TARANTO – Il sostituto procuratore Giovanna Cannarile ha chiesto la condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione ciascuno per Emilio, Fabio e Claudio Riva, nelle rispettive qualita’ di ex presidente, ex vicepresidente ed ex consigliere delegato del consiglio di amministrazione dell’Ilva, accusati di aver creato un illecito regime di monopolio nell’attivita’ di carico e scarico delle merci nel porto di Taranto. Il processo e’ in corso dinanzi al Tribunale del capoluogo ionico e vede alla sbarra 14 imputati, tutti accusati di concorrenza illecita, per tre dei quali e’ stata chiesta l’assoluzione. Lo stesso pm ha chiesto, inoltre, sei anni e sei mesi di carcere per Giampiero Gallina, di Torino, dirigente del Siderurgico con procura a gestire i pontili dati in concessione all’Ilva, che risponde anche di tentata estorsione, e sei anni di reclusione per Michele Fazio, di Savona, institore e componente del consiglio di amministrazione della Anchor Shipping (agenzia marittima con sede nella citta’ ligure), accusato in piu’ di estorsione. Condanne comprese tra quattro anni e sei mesi e due anni e sei mesi di reclusione sono state chieste per quattro componenti del consiglio di amministrazione dell’Anchor Shipping e per due rappresentanti della Navalsud, altra agenzia marittima. Per la Procura la concorrenza illecita si sarebbe manifestata nei confronti di cinque compagnie marittime locali. Secondo l’accusa, gli imputati avrebbero sostenuto falsamente che l’Ilva fosse titolare di un terminal di scarico privato presso il porto di Taranto, dove potevano operare solo Anchor Shipping e la Navalsud. Le stesse agenzie avrebbero praticato prezzi inferiori a quelli stabiliti dalle tariffe previste dalla legge per prestazioni raccomandatarie marittime. Gli avvocati Carlo Petrone e Stefano Caffio, per conto dell’agenzia marittima ‘Valentino Gennarini’, hanno chiesto un risarcimento danni di 30 milioni di euro. La sentenza e’ prevista per l’11 dicembre prossimo. (ANSA)