In subordine, la Fiom chiedeva l’adozione del sistema proporzionale puro o di disporre “gli opportuni provvedimenti atto ad assicurare provvisoriamente gli effetti della decisione di merito”. In una nota congiunta, il segretario nazionale della Fim Cisl Marco Bentivogli e il segretario provinciale Mimmo Panarelli, sostengono che “la Fiom mente sapendo di mentire. Sa molto bene che il protocollo d’intesa siglato da Cgil-Cisl-Uil il 31 maggio 2013 a tutt’oggi non è applicabile. Quel protocollo necessita di regole per disciplinare rinnovo delle RSU che le categorie nazionali di Fim-Fiom-Uilm avrebbero, nei sei mesi successivi, dovuto realizzare”. I due rappresentanti sindacali ribadiscono “l’importanza dell’appuntamento elettorale, legittimato dagli unici accordi attualmente validi, ovvero quello del 20 dicembre 1993 e quello del 2 febbraio 1994”.
La Fiom Cgil aveva contestato a Fim Cisl e Uill Uil le modalità elettorali individuate per il rinnovo della RSU e chiesto prima di “posticipare la data delle elezioni”, e poi di adottare “il sistema elettorale puro nella proclamazione degli eletti” come fissato nell’accordo del 31 maggio scorso. “Ciò nonostante – si legge nel ricorso della Fiom – la data delle elezioni è stata fissata per i giorni 27, 28 e 29 novembre” e si è specificato “che il sistema elettorale adottato sarà quello di conservazione della quota di favore del terzo per Fim, Fiom e Uilm”. Lo svolgimento delle elezioni, ha quindi scritto la Fiom al giudice, determinerebbe una “perdita di credibilità dello stesso sindacato nei confronti della confederazione Cgil e dei lavoratori che conoscono l’impegno assunto dalle controparti a livello provinciale e confederativo di non procedere alle elezioni sino alla stipula dell’accordo del 31.5.2013”, quello che appunto prevede l’elezione dei delegati sindacali su base esclusivamente proporzionale.
Per il giudice Antonio Pensato, invece, non sussiste quello che denuncia la Fiom. Non c’é alcun danno irreparabile “non altrimenti evitabile se non con il ricorso all’autorità giudiziaria – scrive il giudice Pensato – ben potendo la ricorrente evitare da sé, anche qualora realmente esistente, il pericolo paventato attraverso la adeguata pubblicizzazione negli appositi spazi aziendali per legge riservati ai sindacati di una comunicazione in cui esprima il proprio dissenso rispetto ai metodi di elezione prescelto con il solo consenso degli altri sindacati”. Inoltre, afferma il magistrato, l’accordo di maggio 2013 sui cui la Fiom Cgil “fonda la deduzione di illegittimità della procedura elettorale appare avere natura esclusivamente programmatica e non direttamente vincolante dal punto di vista giuridico tra i sottoscrittori atteso l’impegno all’adozione di successivi atti esecutivi di detto accordo”. La “dedotta perdita di credibilità di Fiom Cgil che deriverebbe dall’applicazione del criterio della riserva della quota di un terzo degli eletti a favore dei sindacati confederali in luogo dell’applicazione del criterio proporzionale puro nel caso di svolgimento delle elezioni, non appare, allo stato e salvi i successivi approfondimenti istruttori, avere natura di danno irreparabile”.
Così il giudice del Tribunale di Taranto, Antonio Pensato, ha motivato il rigetto del ricorso presentato dalla Fiom. Che però nella serata di ieri ha voluto comunque far sentire la sua voce per replicare alle dichiarazioni dei segretari della Fim Cisl. “Le dichiarazioni del segretario nazionale della Fim Cisl Bentivogli e di quello tarantino Panarelli in merito al ricorso presentato dalla Fiom Cgil sul sistema elettorale per il rinnovo delle RSU in Ilva sono farneticanti e destituite da ogni fondamento”.
Così il segretario della Fiom Cgil di Taranto, Donato Stefanelli che sul tema precisa: “Nessun giudizio di merito è stato espresso e come la Fim fa finta di dimenticare la decisione assunta lo scorso martedì dal giudice Pensato riguardava esclusivamente l’istanza della Fiom a sospendere le elezioni in attesa del giudizio di merito fissato come tutti sanno per il prossimo 10 dicembre”. “Stiamo votando in un clima di grande incertezza, con un “porcellum” che espropria i lavoratori del diritto di voto e lascia nelle mani dei sindacati la nomina di un terzo degli RSU – sottolinea Stefanelli – e le dichiarazioni di Bentivogli e Panarelli non contribuiscono a fare verità sul tema. Non ci resta che aspettarli in Tribunale il prossimo 10 dicembre”. (dal TarantoOggi, 29.11.2013)
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