O.P.E.R.A.: “Il futuro di Taranto riparte dal mar Piccolo”
Il futuro di Taranto riparte dal Mar Piccolo, mare non più negato con una pervicace ottusità da oltre un secolo ma sorgente di vita, essenza stessa della città e del suo territorio sul piano storico, sociale, antropologico, economico e paesaggistico. E’ quanto è emerso nel corso del convegno organizzato da O.P.E.R.A. (Organizzazione Programmazione Economica Riqualificazione Ambientale), organizzazione nata dall’esigenza di cooperazione di tutte quelle parti sociali fino ad ora divise dalle reciproche diffidenze. Con O.P.E.R.A, 20 associazioni , di diversa provenienza, hanno deciso di unirsi per attuare concretamente un programma di sviluppo economico-culturale della città, una nuova visione del fare affinché la nostra città risorga attraverso una economia sana, rispettosa della storia e dell’ambiente e che veda i tarantini artefici di questa svolta, vigili sentinelle del ben operare e non più supini spettatori.
In questa ottica il Mar Piccolo, diventa una vera scommessa per evitare che il flusso di denaro, destinato alla sua bonifica, possa stimolare appetiti malsani , con il risultato di uccidere definitivamente il nostro mare, ancora sorprendentemente vivo e vitale. Le molteplici fonti di inquinamento ambientale continuano però ad immettere costantemente nuove sostanze altamente nocive e, finché tali fonti non verranno eliminate, nessuna opera di bonifica avrà senso. Sono emerse, inoltre, tecniche di bonifiche alternative a quelle tradizionali quali il dragaggio del fondale e del capping con materiale inerte, che ancor più il primo che il secondo, a detta dello stesso prof. Cardellicchio potrebbero addirittura compromettere definitivamente lo stato di salute del nostro mare.
Una delle tecniche alternative potrebbe essere quella illustrata dal dott. Crisanti, che si traduce in una aspirazione mirata e graduale dei fanghi senza pericolo di dispersione in sospensione con successivo trattamento degli stessi. L’altra si effettua con l’utilizzo di innovative biotecnologie esposte dalla Dr.ssa Baldacconi, consistente nella digestione da parte di microorganismi, autoctoni e non,dei veleni presenti sui fondali. In conclusione, l’auspicio di O.P.E.R.A è che l’ecosistema del Mar Piccolo vada salvaguardato da ogni tipo di azione invasiva, data la sua unicità come pure vadano salvaguardate le tradizionali attività legate al mare come la piccola pesca e la mitilicoltura e che le scelte politiche delle nostre istituzioni per il futuro tengano conto da quanto emerso oggi in questo convegno perché questo mare torni ad essere specchio ed anima di questa città.
Nota stampa O.P.E.R.A.