E intanto Taranto muore – Presentate ieri le mappe epidemiologiche
TARANTO – Mentre sui social network e su internet si scatenava l’ennesima gazzarra sulle vicende dell’Ilva (quante energie si sprecano inutilmente su Facebook e affini: braccia tolte all’agricoltura si diceva un tempo), nella sala riunioni della Provincia avveniva la presentazione alla stampa dei risultati dello studio IESIT “Indagine epidemiologica nel sito inquinato di Taranto” e della relativa pubblicazione. Si tratta delle famose mappe epidemiologiche, realizzate grazie al finanziamento della Provincia a seguito di un accordo firmato con la ASL di Taranto ed è stato realizzato grazie alla collaborazione con altre istituzioni regionali, l’ARPA Puglia, l’Università di Bari e l’Osservatorio epidemiologico regionale. Un progetto a lungo richiesto negli anni, in particolar modo dal comitato “Donne per Taranto”.
All’incontro erano presenti il commissario straordinario della Provincia di Taranto, Mario Tafaro, Gabriella Serio, professore ordinario della cattedra di Statistica dell’Università di Bari, Cinzia Germinario, direttore dell’Osservatorio epidemiologico regionale, Sante Minerba, direttore di Statistica epidemiologica della ASL di Taranto, Roberto Giua, dirigente di ARPA Puglia, Paolo Trerotoli e Nicola Bartolomeo, professori della cattedra di Statistica dell’Università di Bari e Antonia Mincuzzi, dirigente medico del comparto Statistica epidemiologia della ASL di Taranto. Hanno marcato visita Vito Fabrizio Scattaglia, direttore generale della ASL (ma nel pubblico era presente Michele Conversano, direttore del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Taranto), così come il direttore di ARPA Puglia Giorgio Assennato.
Taranto: eccesso di ricoveri e mortalità per tutte le neoplasie
Come anticipammo lo scorso 14 ottobre su queste colonne (quando pubblicammo diversi dati dello studio in questione), una sintesi dello “Studio IESIT (Indagine Epidemiologica Sito Inquinato di Taranto) Georeferenziazione dei casi incidenti di Taranto e provincia ed individuazione di cluster spaziali di neoplasia” (Mincuzzi A., Bartolomeo N., Carbonara M., Scarnera C., Trerotoli P., Serio G., Minerba A.), fu pubblicata nella Relazione sullo stato di salute della popolazione della regione Puglia 2006-2011, OER Puglia 2013, presentata lo scorso 13 luglio a Bari (mentre una breve sintesi è anche presente nell’allegato “Evidenze epidemiologiche” alla “Proposta di piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria” redatta dal comitato dei tre esperti nominato dal ministro dell’Ambiente Andrea Orlando).
Venendo ai dettagli dello studio IESIT, la prima cosa da ricordare è che la stima del rischio è stata ricavata attraverso il calcolo di specifici indicatori che mettono in evidenza variazioni del rischio di morte (anni 2001-2008) o ricovero (anni 2002-2010) in eccesso rispetto alla Regione Puglia, utilizzata come popolazione di riferimento, al netto dell’effetto confondente del sesso, dell’età e della deprivazione socio economica. Durante la presentazione, sono state mostrate varie slide, nella quali si evidenziava che “tra i comuni emerge in maniera chiara l’eccesso di ricoveri e di mortalità per tutte le neoplasie nel capoluogo mentre il resto della provincia evidenzia quasi unicamente un eccesso di ricoveri per alcuni comuni della parte orientale relativamente alle neoplasie della tiroide”.
Inoltre, dallo studio è emerso che “si presenta più frequentemente un eccesso di ricoveri e mortalità fra i residenti del comune di Taranto e dei comuni limitrofi rispetto al confronto regionale. La città di Taranto presenta il più delle volte un rischio maggiore rispetto alla media regionale”. Lo studio, relativamente al periodo 2001-2012, evidenzia anche che “gli eccessi per ricoveri, per mortalità o per entrambi, a Taranto riguardano il mesotelioma maligno, il tumore maligno del polmone, il tumore del pancreas, il tumore del fegato, le neoplasie della vescica, le neoplasie del rene, quelle dell’encefalo, il mieloma e le neoplasie del sistema emolinfopoietico e specificatamente nelle donne le neoplasie della mammella e dell’utero”. I quartieri che presentano più eccessi “sono Borgo, Città vecchia e Tamburi”. Cose che già si conoscevano, si dirà. Indubbiamente. Ma lo studio IESIT risulta essere sicuramente più completo e approfondito sia rispetto alla perizia epidemiologica redatta dagli esperti nominati dal tribunale di Taranto, sia dello studio “Sentieri” (2002-2009).
I dati e le percentuali dei diversi quartieri
Venendo ai dati, è stato evidenziato che il rischio di ricovero per neoplasia (tutte le sedi) mostra un eccesso statisticamente significativo dell’11% nel comune di Taranto. La distribuzione del rischio di ricovero per neoplasie nel territorio comunale, rileva eccessi statisticamente significativi del 13% nel quartiere Borgo-Città Vecchia, dell’8% nel quartiere Tre Carrare-Solito e del 5% nel quartiere Montegranaro Salinella. L’analisi distinta per sesso, innalza il livello degli eccessi per il genere maschile (23% Montegranaro-Salinella, 26% Tre Carrare-Solito e 27% Città Vecchia- Borgo); nel genere femminile si rileva un eccesso statisticamente significativo del 6% in Borgo Città Vecchia. Per quanto riguarda la Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), la distribuzione del rischio a livello sub-comunale mostra eccessi di ricovero statisticamente significativi nel sesso femminile del
14% nel quartiere Città Vecchia-Borgo. Nel sesso maschile, invece, non si rileva alcun eccesso e l’andamento temporale dei tassi nei vari quartieri non mostra un trend significativo. Gli eccessi di rischio di mortalità per BPCO invece, interessano la gran parte dell’area orientale della Provincia con eccessi statisticamente significativi che interessano i comuni di: Taranto (38%), Statte (44%), Lizzano (39%), Fragagnano (44%), Crispiano (33%), Massafra (22%), Sava (34%), Monteiasi (99%).
Gli eccessi di rischio di ricovero per Infarto Miocardico Acuto interessano molti comuni della parte orientale della Provincia di Taranto e risultano statisticamente significativi nel comune di Taranto (13%), Statte (20%) e San Giorgio ionico (20%). La distribuzione del rischio di ricovero nei quartieri del Comune di Taranto mostra eccessi elevati nelle aree nord occidentali del Comune (Tamburi-Lido Azzurro 46%, Città Vecchia-Borgo 34%, Paolo VI 31%) e moderati nei quartieri esposti a sud ovest (Tre Carrare-Solito 14%, Montegranaro-Salinella 13%), l’area di Talsano-San Vito-Lama è l’unica a non essere investita da eccessi di rischio. Nei maschi gli eccessi di rischio sono: Tamburi-Lido Azzurro 26%, Paolo VI 25%, Città Vecchia-Borgo 21%, Tre Carrare-Solito 10%. L’eccesso di rischio si riduce a due soli quartieri nell’analisi rivolta al genere femminile ma con valori di rischio ben più elevati: Tamburi 65%, Città Vecchia-Borgo 38%.
Gli eccessi di rischio di decesso per Infarto Miocardico Acuto invece, interessano in modo rilevante molti comuni della parte orientale della Provincia di Taranto. La distribuzione del rischio di decesso nei quartieri del Comune di Taranto mostra eccessi di decesso in tutti i quartieri del Comune di Taranto e in particolare un eccesso statisticamente significativo del 75% nel quartiere Tamburi, del 74% in Città Vecchia-Borgo, 30% in Montegranaro-Salinella e 23% in Tre Carrare-Solito.
La valutazione dei risultati del rischio di ricovero ha fatto emergere, in generale, “problematiche particolari soprattutto nel sesso maschile per le neoplasie, le broncopneumopatie cronico ostruttive e l’Infarto Miocardico Acuto, mentre la distribuzione territoriale presenta la maggiore concentrazione dei rischi nel Comune di Taranto con interessamento dei quartieri adiacenti all’area industriale per Infarto Miocardico Acuto”. La valutazione dei risultati del rischio di decesso “conferma sostanzialmente quanto già emerso dall’analisi dell’ospedalizzazione”. Inoltre, se da una parte si presenta un’estrema variabilità nell’interessamento dei vari comuni della Provincia in relazione alle diverse patologie esaminate, per contro “appare costante la rilevazione di eccessi di decesso nell’area del Comune di Taranto e in particolare, nell’analisi a livello sub comunale risulta costantemente interessato il quartiere Città Vecchia-Borgo”. Impressionante infine, la slide inerente la diffusione delle allergie in età pediatrica (0-14 anni): in pratica non vi era un solo angolo di Taranto dove non sia stata registrata presenza di tale fenomeno.
Al termine della presentazione, sono state presentate alcune slide sul registro tumori di Taranto 2006-2008, che sarà presentato ufficialmente a breve e di cui abbiamo riportato i dati diverse volte su queste colonne. Poche parole ieri sul registro, soltanto l’ennesima conferma: il SIN di Taranto (che comprende il capoluogo e Statte) presenta dati di incidenza superiori, per alcune tipologie di tumori, negli uomini che nelle donne, se confrontati sia con i dai del resto d’Italia sia con quelli del Sud Italia e delle Isole, che rispetto al resto della provincia ionica.
Diffusioni inquinanti e prossimi studi
Per quanto riguarda la distribuzione degli inquinanti ambientali, la stima delle emissioni effettuata da ARPA Puglia per il 2007 con la redazione dell’inventario regionale emissivo INEMAR, ha evidenziato nel comune di Taranto una presenza rilevante di inquinanti di origine primaria. Gli inquinanti che destano maggiore preoccupazione sono NOx (ossidi di azoto), SO2 (anidride solforosa), benzene, Pm10 e Pm 2,5 (queste ultime sono polveri fini). Ancora una volta ARPA ha sottolineato come oltre il 90% dell’inquinamento viene prodotto dall’Ilva.
Infine, è stata data notizia del fatto che il ministero della Salute ha dato l’ok per uno studio sulla presenza del piombo nel sangue dei bambini (300 i bambini campione) e per uno sull’endometriosi: entrambi in collaborazione con l’ISS (Istituto Superiore della Sanità).
E mentre in tanti oramai si sono arresi, ed altri si travestono da giustizieri della notte e si arrabattano e sgomitano sui piano dell’AIA e sui decreti legge, ed altri ancora attendono come l’avvento del Messia i rinvii a giudizio ed il futuro processo, Taranto continua ad ammalarsi e a morire, a tutte le latitudini. Senza distinzione di sesso e di età. E noi continuiamo ad attendere che qualcun altro cambi la storia al posto nostro. “Sembra che io abbia una costituzione che non regge l’alcol e ancor di meno l’idiozia e l’incoerenza” (Lowell, 12 marzo 1922 – St. Petersburg, 21 ottobre 1969).
Gianmario Leone (TarantoOggi, 16.11.2013)