Ilva, Taranto Lider: “Fermare le fonti inquinanti per una vera prevenzione primaria”

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TARANTO – Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota del comitato Taranto Lider in merito al convegno su ambiente, salute e lavoro organizzato ieri dall’arcidiocesi di Taranto in collaborazione con Lumsa, Università degli Studi di Bari e Politecnico di Bari.

ilva 22 ottobreTaranto LIDER era in sala durante il convegno su Salute, Lavoro, Ambiente organizzato dalla Curia di Taranto, insieme ad associazioni e comitati del territorio, perché ha ritenuto importante portare in quel contesto la realtà dei fatti attraverso l’intervento della Dott.ssa A. Moschetti e contestare eventuali affermazioni inesatte dei Ministri presenti. E così si è impedito che i presenti “cantassero e se la suonassero da soli” oltre naturalmente a supportare Annamaria nella sua efficace esposizione dei contenuti del documento condiviso, che ha messo nell’angolo i co-responsabili istituzionali del disastro ambientale e che ha evidenziato le vere priorità, quelle che dovrebbero essere le stesse della Chiesa: la tutela della salute e del futuro dei nostri figli.

Eravamo una ventina ed altrettante saranno state le contestazioni alle quali i Ministri hanno potuto solo fare spallucce o ammettere che l’ILVA è fuori legge, che il governo non ha i soldi per le bonifiche o amenità del tipo che la chiusura degli impianti dell’area a caldo non significa la fine dell’inquinamento. Si, questo è stato il concetto chiave del convegno: poiché  non si hanno i soldi per la bonifica di una area così grande come quella occupata dall’ILVA, tanto vale mantenere la produzione e salvare i posti di lavoro. Capite? Tale convinzione nasce da un presupposto sbagliato: se si spengono gli impianti l’inquinamento continua. E’ falso! Solo a impianti dell’area a caldo fermi, cesserà la massiccia emissione degli inquinanti.

Sulla questione mancanza di fondi per le bonifiche, noi diciamo la nostra: 1. Taranto è stata sacrificata per cinquanta anni ora presenta il conto; 2. Chi inquina paga, quindi le bonifiche sono a carico di ILVA S.p.a.. Ma anche ammettendo che nell’area occupata dalla fabbrica dovesse rimanere il deserto, sarebbe cosa buona e giusta comunque fermare l’area a caldo, fermare le fonti inquinanti per realizzare la vera prevenzione primaria. Alla domanda: “Ministro ci spiega che senso ha bonificare a fonti inquinanti funzionanti?”, il Ministro arrancava e balbettando affermava che con l’applicazione futura dell’AIA le emissioni saranno abbattute e quindi ha senso iniziare a bonificare. Si avete letto bene “ futura applicazione dell’AIA”, il Ministro ha anche ammesso che l’AIA ad oggi è ancora disattesa e che da parte sua è anche partita una diffida all’ ILVA.

Alla contestazione di Franco, secondo cui  quando le istituzioni finiranno di tutelare la fabbrica della morte e non i cittadini sarà troppo tardi, se già non lo è, o ancora di Grazia  che rivendica che Taranto non è ILVA, ma una terra che ha un patrimonio culturale, archeologico, agroalimentare, zootecnico, paesaggistico che sta morendo per colpa della fabbrica e che merita un rilancio ed una valorizzazione intelligente delle vere vocazioni del territorio, il Ministro affermava che il turismo a Taranto non si svilupperebbe comunque con una landa contaminata come quella che lascerebbe l’ILVA se chiudesse.

Risposte che a nostro parere non hanno fondatezza ma che dimostrano che l’unico intento del Governo è non affrontare il problema ma continuare a prendere tempo, finire di spremere il limone e tamponare le emergenze sanitarie pensando a screening, monitoraggi e a curare alla meno peggio i nostri malati. Si perché anche il Ministro Lorenzin non ha saputo che affermare d’aver preso coscienza dei dati impressionanti sulla mortalità e sulla incidenza delle malattie, e che dietro ad ogni malato c’è una vita, una storia, una famiglia. Lei, la Ministra si preoccuperà solo di monitoraggi e screening sulla popolazione, animali e alimenti. Vogliamo a tal proposito ricordare che i monitoraggi ad oggi realizzati, ma anche quelli futuri , fonte ASL di Taranto, prendono in esame campioni esigui di popolazione (40-100 soggetti) e selezionati a random.

La Ministra Lorenzin, finito l’intervento, a nostro parere indegno per il titolare del Dicastero a tutela della salute ed incapace di dare delle risposte vere, reali, concrete ed efficaci, si alzava per andare a fare passerella presso i letti dei malati oncologici e per pulirsi la coscienza. E’ stato allora che nel tentativo di consegnarle il nostro documento nel quale chiediamo al ministro sia la firma del decreto attuativo per ottenere l’invalidità civile che la richiesta per l’istituzione di un registro nazionale per l’endometriosi, la nostra Grazia è stata bloccata, avvicinata da un signore di una certa età che le ha chiesto se volesse consegnare quel plico al ministro.

Alla risposta affermativa, egli ha chiesto di consegnarlo nelle sue mani chiedendo di fidarsi di lui. A quel punto alla nostra richiesta di certezza della consegna ci sentiamo rispondere: “Signora, sono il Questore!”. Chiederemo ufficialmente al Sig. Questore se è stato davvero consegnato nelle mani della bionda ministra. In conclusione cari concittadini se non la finiremo di delegare, se non inizieremo ad interessarci in prima persona del futuro nostro e dei nostri figli, l’agonia della nostra città si protrarrà per decenni. A tal proposito vi ricordiamo di partecipare e darci un concreto aiuto andando a firmare la petizione on-line: https://secure.avaaz.org/it/petition/CHIEDIAMO_AL_GOVERNATORE_DELLA_REGIONE_PUGLIA_UNA_LEGGE_PER_LA_TUTELA_DELLE_DONNE_AFFETTE_DA_ENDOMETRIOSI/?copy

 

Comitato Taranto LIDER

Email: tarantolider@libero.it

www.tarantolider.it

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