Ilva, gip respinge richiesta dissequestro fondi Riva Fire ed elenca tutto ciò che non va
TARANTO – Il gip Patrizia Todisco ha rigettato con un’ordinanza depositata oggi la richiesta di dissequestro avanzata dal commissario dell’Ilva, Enrico Bondi, per lo svincolo delle somme sequestrate lo scorso maggio alla capogruppo Riva Fire. Si tratta di 233.193.79 euro. Ma dalle 4o pagine dell’ordinanza emerge anche altro: tutte le criticità legate all’attività del siderurgico. Nel mirino il mancato rispetto di una serie di prescrizioni Aia. Il gip cita l’art. 1 comma 8 della legge n. 89/2013: “fino all’approvazione del piano industriale il commissario straordinario garantisce comunque la progessiva adozione delle misure previste dall’autorizzazione integrata ambientale e dalle altre autorizzazioni e prescrizioni in materia di tutela ambientale e sanitaria”. E com’è noto, il piano industriale non è stato ancora prediposto dal commissario straordinario Bondi.
Facendo riferimento alle ultime relazioni redatte dai custodi giudiziari Valenzano, Laterza e Lofrumento, la Todisco parla di “vari profli di inadempimento da parte della società commissariata delle prescrizioni contenute nel provvedimento di riesame dell’Aia”, accertati anche da Ispra ed Arpa Puglia. Per i custodi giudiziari “le attività condotte dalla società Ilva spa risultano in notevole ritardo rispetto ai tempi prescritti dal Provvedimento di Riesame Aia”, e persistono “pratiche operative di gestione dei processi che hanno fino ad oggi determinato violazioni delle norme spercifiche di cui al D. L. 152/2006″. In merito all’organizzazione e alla gestione dello stabilimento, i custodi rilevano che “il sistema di delege e sub-deleghe adottato dal Commissario, se pur definito con atti formali, non trova una piena ed efficace attuazione in quanto non definisce i ruoli e le competenze che intercorrono tra i soggetti principali, addetti alla sicurezza delle diverse aree e servizi”.
Nel richiamare i contenuti della sentenza della Corte Costituzionale n. 85/2013, la Todisco afferma che “solo il rispetto del crono-programma dell’Aia riesaminata assicura la tutela della salute e dell’ambiente e giustifica la prosecuzione dell’attività produttiva da parte dell’Ilva, da ritenersi altrimenti illecita e tale da innescare le conseguenze giuridiche previste in generale dalle norme vigenti per i comportamenti illecitamente lesivi della salute e dell’ambiente”. Il messaggio che viene fuori dalle parole della Todisco è chiaro: se le prescrizioni Aia non vengono rispettate, si profila all’orizzonte un nuovo sequestro degli impianti inquinanti. Cosa che il gip tarantino aveva già affermato nel provvedimento emesso l’1 giugno scorso, quando aveva concesso la facoltà d’uso con un’avvertenza ben precisa: non si potrà trasgredire.
Alessandra Congedo
RISCHIO INTOSSICAZIONI ALL’ACCIAIERIA 1: https://www.inchiostroverde.it/news/intossicazioni-allacciaieria-1-il-resoconto-dei-custodi-dopo-il-sopralluogo.html