Parco eolico, ricorso inutile – Il Comune di Taranto dà incarico a due avvocati
TARANTO – Ancora una volta ci si muove tardi. E male. Lo scorso 11 giugno scrivemmo su queste colonne che il parco eolico “near shore” che sorgerà nella rada di Mar Grande, sarebbe diventato presto realtà. L’autorizzazione definitiva è arrivata il 27 giugno scorso da parte del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, con tanto di pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 13 luglio.
Bene. Perché torniamo ad occuparci della questione? Perché nei giorni scorsi abbiamo appreso che il Comune di Taranto ha conferito mandato a due avvocati (Filiberto Morelli e Maddalena Cotimbo) per presentare ricorso al Tar della Regione Puglia chiedendo l’annullamento, con sospensiva, del provvedimento dello scorso giugno. Un ricorso che il Comune, a nostro modo di vedere, perderà al 100%. Perché? Ora ve lo spieghiamo.
Come si ricorderà, durante la “sofferta” seduta consiliare dello scorso 5 aprile, il Consiglio comunale espresse il suo parere negativo alla realizzazione dell’opera. Ora. Detto che tale parere non ha valore vincolante per legge, il problema è un altro. Ed è sottolineato anche nel decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Ed è il motivo per cui il Comune perderà il ricorso: “Considerato che il dissenso del Comune di Taranto, espresso attraverso una delibera di Consiglio comunale con votazione palese, è da inquadrare nell’ambito dell’art. 14-quater della legge 7 agosto 1990, n. 241, rispetto al quale si deve considerare privo del necessario supporto motivazionale e quindi inammissibile; peraltro, pur qualificandolo, seguendo una definizione dell’atto stesso, come provvedimento, esso ricade nel disposto dell’art. 3 della medesima legge, il quale per tali atti dispone la motivazione”.
La cosa non ci sorprende affatto. Del resto l’indomani, commentammo non senza sarcasmo quanto accadde quel 5 aprile: “Non si ricorda negli ultimi anni tanti interventi da parte dei consiglieri comunali di Taranto a favore dell’ambiente. Da “veri” amministratori della polis tarantina, storica colonia di Sparta, hanno dato fiato a tutto il loro “pathos” nei discorsi pronunciati in difesa del mare e del paesaggio tarantino. Una forza emotiva mai “ammirata” prima. Una recita davvero ben riuscita, non c’è che dire. Visto che tra i banchi del Consiglio figurano tanti che negli ultimi anni, sulle tematiche ambientali, hanno sempre guardato dall’altra parte. Hanno fatto finta di non sapere”.
Intellighenzia politica avrebbe voluto che quel “no” venisse almeno motivato. Ed invece, nella delibera n.30 che fu inviata al “Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Divisione 4 – Demanio marittimo e Sistema informativo del demanio marittimo (S.I.D)” lo scorso aprile, vi è scritto semplicemente che il Consiglio comunale “esprime parere contrario” alla realizzazione del parco eolico nella rada di Mar Grande. Ed oggi si incaricano due avvocati di presentare un ricorso che, stante così le cose, pare non avere alcuna possibilità di successo.
Del resto, al di là della mera presa di posizione del Consiglio comunale e del prossimo ricorso, l’iter burocratico ed operativo per la realizzazione dell’opera è andato avanti senza intoppi. Lo scorso 9 aprile l’Azienda sanitaria locale di Taranto ha comunicato il proprio parere positivo con prescrizioni e lo stesso giorno ARPA Puglia prendeva atto della compatibilità e comunicava il suo intervento in un tempo successivo alla costruzione; il 4 giugno l’Autorità di bacino della Puglia esprimeva parere favorevole con prescrizioni; il 14 giugno, la società Terna rilasciava il benestare al progetto delle opere di connessione alla Rete elettrica di trasmissione nazionale.
Questi gli ultimi provvedimenti prima dell’ok definitivo dello scorso 27 giugno (precedentemente, il 13 dicembre 2012, presso gli uffici della Capitaneria di Porto di Taranto, si svolse l’importante conferenza dei servizi conclusiva al fine di rilasciare la concessione demaniale marittima per la realizzazione del progetto, iter conclusosi lo scorso 10 gennaio scorso). Dal giorno dopo infatti, la società Beleolico srl (che il 31 agosto 2012 ricevette dalla Societ Energy S.p.A. il ramo d’azienda avente ad oggetto la realizzazione del parco eolico che la stessa presentò per la prima volta l’8 luglio del 2008), ha dato il via operativo al progetto. Sono stati già effettuati carotaggi e caratterizzazioni, firmati contratti di fornitura anche con la Vestas per gli aerogeneratori, acquistati certificati di borsa di energia elettrica.
Ricordiamo che la realizzazione del parco avverrà nella rada esterna del porto di Taranto e sarà costituito da 10 aerogeneratori, ognuno di tre megawatt di potenza, capace di generare trenta megawatt di energia. Saranno disposti in due zone distinte: sei turbine esterne alla diga foranea e quattro esterne al molo polisettoriale (le zone prospicienti al Terminal Container e al V sporgente). Le torri, alte circa 110 metri, convoglieranno l’energia prodotta direttamente alla rete nazionale attraverso un cavo sottomarino lungo due chilometri. I 30 megawatt di energia saranno sufficienti a rendere il porto di Taranto autonomo e indipendente dal punto di vista del fabbisogno energetico. L’opera, chiamata tecnicamente “near shore”, occuperà una porzione d’area che non ricade nel sito di interesse nazionale né interessa direttamente aree SIC (interesse comunitario) o ZPS (zone protezione speciale). Il parco nascerà in uno specchio d’acqua distante 100 metri dalla costa e 7 chilometri dalla città di Taranto. L’investimento complessivo dell’opera è stato stimato in 63 milioni di euro. Molto difficilmente, dunque, il ricorso del Comune di Taranto avrà esito positivo.
Dopo che il 24 luglio 2012 il ministero dell’Ambiente pubblicò sul suo sito ufficiale il decreto con i pareri delle commissioni VIA e VAS, che davano il loro ok definitivo al progetto, questo giornale lanciò l’allarme sulla costruzione del parco eolico pochi giorni dopo, il 10 agosto (mentre la città era in pieno fermento per il sequestro dell’area a caldo dell’Ilva), restando del tutto inascoltato. Si è tornato a parlare della vicenda, soltanto lo scorso febbraio. Siamo sempre stati e restiamo del tutto contrari alla costruzione di quest’opera. La Regione Puglia, nel novembre del 2011 ottenne il parere negativo della Soprintendenza che nel merito del progetto parlava di “significativa alterazione del paesaggio” per il “ruolo centrale del mare legato anche alle origini mitologiche della città, che vedono in questa costa sbarcare Taras a cavallo di un delfino”.
Motivazioni che per la commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA-VAS, “non possono essere considerate ostative all’espressione della compatibilità ambientale del progetto”. La commissione, forte delle scellerate scelte industriali del passato, respinse facilmente l’opposizione delle Regione Puglia, affermando come il parco non altererà alcun paesaggio dalle origini mitologiche, visto che lo sfondo “è costituito dalle grandi infrastrutture per la movimentazione dei container e quindi già fortemente alterato nella sua naturalità”. Aggiungendo inoltre che “non si ritiene che il progetto costituisca un elemento detrattore e nocivo delle qualità paesaggistiche, anzi si può, al contrario, riconoscere a questo progetto il merito di aver identificato correttamente il numero massimo di aerogeneratori compatibili con il sito e la loro collocazione coerente con lo stato di fatto”.
Il nostro timore è che autorizzare un progetto del genere, rischia di esporre la rada di Mar Grande ad altri progetti simili. Trasformando il bacino in questione in un enorme campo di pale eoliche in mezzo al mare. Per non parlare dei danni che subirebbero da un lato i delfini presenti in gran numero in quella zona di mare (non a caso sono diverse le prescrizioni in merito) ed i volatili che spesso a causa delle pale eoliche perdono del tutto il senso dell’orientamento. Non è questo il futuro che vogliamo per la nostra città. Ci manca soltanto la presenza di altre macchine, peraltro in mezzo al mare. “Un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi, ma mai nessuna di esse sarà in grado di porne uno” (Albert Einstein, premio Nobel per la fisica nel 1921, Ulma, 14 marzo 1879 – Princeton, 18 aprile 1955).
Gianmario Leone (TarantoOggi, 16.10.2013)