I casi di Porto Marghera e Taranto, sul piano del recupero e riconversione delle aree, sono diversi. Lo ha detto ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, oggi a Venezia per l’autorizzazione dei primi progetti per la riconversione dell’area industriale della terraferma veneziana. ”La differenza – ha spiegato il ministro – è che qui stiamo ragionando di bonifiche su terreni nei quali reinsediare nuove attività produttive, mentre a Taranto le bonifiche vanno fatte mentre continua la produzione. Lì si tratta di impedire il blocco della produzione dell’acciaio e, nel contempo, di rientrare nei parametri relativi alle emissioni, nell’aria e in acqua: tema questo più consistente, anche in considerazione dell’intervento della magistratura, anche rispetto a quello delle bonifiche stesse. Quella, insomma, era una priorità che si imponeva autonomamente, mentre qui siamo di fronte a una scelta nell’interesse nazionale”. Orlando ha quindi ringraziato la Regione Veneto ”per l’ottimo rapporto e per i passi avanti compiuti, che ci hanno consentito di mantenere gli impegni assunti”. ”Avevo detto – ha ricordato – che volevo, nel mare magnum delle bonifiche e nell’impossibilita’ di fare tutto contemporaneamente, individuare le priorità, le realtà più mature, cercando di dare un senso industriale al ragionamento. In tale prospettiva, Marghera era la priorità oggi diamo una risposta, con un modulo che può essere utilizzato anche per altre realtà”. Sul tema è intervenuto anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, sottolineando che ”pur senza nessuna volontà di fare un paragone, noi non siamo Taranto e stiamo gestendo benissimo la partita, in maniera civile, lineare, in linea con le richieste degli imprenditori”.
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