A Taranto è Biodomenica, Legambiente e Aiab insieme in piazza Maria Immacolata
TARANTO – “L’iniziativa è pienamente riuscita coinvolgendo molti cittadini che si sono soffermati a guardare, degustare, discutere, ascoltare”. Legambiente ed AIAB, oggi, sono stati insieme in piazza Maria Immacolata per la Biodomenica, la campagna nazionale di informazione e promozione dell’agricoltura biologica. Il circolo Legambiente di Taranto ha partecipato con uno stand informativo sui numeri del biologico in Italia, sui motivi della contrarietà di Legambiente agli Ogm (organismi geneticamente modificati), sulla presenza di pesticidi in frutta e verdura che acquistiamo, sul Gruppo di Acquisto Solidale operante nell’ambito del Circolo Legambiente di Taranto ormai da due anni.
Consumare prodotti di agricoltura biologica vuol dire, – sostiene Legambiente – acquistare prodotti per i quali non sono stati utilizzati concimi o trattamenti chimici nocivi che, oltre a far male a chi ne ingerisce gli eventuali residui, impoveriscono i terreni ed inquinano le falde. Lo stesso dicasi per quanto attiene all’allevamento di animali ai quali, oltre a mangimi rigorosamente vegetali, sono garantite condizioni di vita accettabili. Il consumo di prodotti di stagione di aziende locali incide non poco nella riduzione delle emissioni di CO2 rivenienti dal trasporto e dal riscaldamento delle serre.
L’agricoltura biologica può dare perciò un contributo fondamentale alla tutela delle risorse naturali, degli ecosistemi ed al contrasto dei cambiamenti climatici. Ci offre cibo sano e di qualità, garantisce tutela dei saperi e dei sapori che rendono unico e irripetibile ogni territorio italiano, contribuisce a valorizzare il territorio e a tutelarne il paesaggio.
Per questo è inaccettabile che le coltivazioni biologiche rischino l’inquinamento genetico a causa degli OGM: per un principio di precauzione, innanzitutto, ma anche per la tutela della ricchezza costituita dalla diversità agraria e paesaggistica. Malgrado le prime piante transgeniche, infatti, siano entrate sul mercato a partire dalla metà degli anni Novanta, la ricerca ad oggi non è approdata ad un risultato veramente concreto, non solo in termini di accettazione del mercato, ma anche di produttività e di sicurezza per i consumatori.
Nota stampa di Legambiente