Taranto: il presidio fuoridalcomune cambia pelle – La risposta al sindaco Stefàno
TARANTO – La foto di gruppo finale viene scattata intonando “Taranto libera”. E non poteva andare diversamente. C’è chi si commuove e avverte già la nostalgia dei giorni passati al presidio, dei confronti animati nel cuore della notte, delle amicizie nate magari dopo un’incazzatura. Per quasi trenta giorni, il nostro sito ha raccolto le testimonianze e gli stati d’animo di questi tarantini #fuoridalcomune, che a costo di non pochi sacrifici hanno voluto lanciare un segnale di vitalità a istituzioni inadeguate e concittadini indolenti.
Da domani, la loro iniziativa cambierà pelle: non saranno più protagonisti di un presidio permanente davanti a Palazzo di Città, ma “agitatori itineranti” per le vie e le piazze di Taranto. Il cambio di strategia è stato anticipato questa mattina nel corso di una conferenza stampa tenuta dal dottor Mimmo Cassetta, Ezia Mitolo, Ada Le Noci e Antonio Lenti, portavoce del movimento. E oggi è arrivata anche la risposta alla recente lettera del sindaco Ippazio Stefàno sui cinque punti-obiettivo indicati dai cittadini #fuoridalcomune il 9 settembre scorso.
“In considerazione della totale condivisione affermata e sottoscritta dalla cortese e solerte risposta del sindaco, arrivata l’1 ottobre – dicono – invitiamo lo stesso a farsi ufficialmente portavoce delle nostre richieste e a schierarsi per la prima volta al nostro fianco”. Dato che “il sindaco è autorità sanitaria locale”, i cittadini #fuoridalcomune pretendono che Stefàno “si faccia carico di trovare gli strumenti, presso le sede competenti, necessari all’attuazione degli obiettivi che egli stesso ha dichiarato di condividere”.
E veniamo ai cinque punti esaminati. Queste le richieste rivolte al primo cittadino:
1. Che il Sindaco si faccia ambasciatore della città verso il Governo regionale, affinché lo stesso attivi la richiesta di una legge speciale per Taranto, come avvenne per Seveso, che accolga in pieno le richieste espresse nel documento del R.S.T. e quindi preveda, tra le altre cose, un’esenzione ticket straordinaria relativa allo screening di patologie riconducibili all’inquinamento. Le basi del danno sanitario, già accertato, sono da ricercare, tra l’altro, nello Studio Sentieri del Ministero della Salute, dall’indagine epidemiologica condotta dal Tribunale della Procura di Taranto e dalla procedura di infrazione della C.E. Che il primo cittadino inoltre dia l’esempio, innanzitutto come medico e pediatra, firmando pubblicamente l’RST in una conferenza stampa da indire entro il 20 Ottobre, e promuova presso il Consiglio Comunale e la città tutta la raccolta firme.
2. Che il Sindaco si attivi in prima persona al fianco della città a ricercare un percorso finalizzato alla revoca dell’attuale Aia che non tutela in nessun modo l’ambiente e la cittadinanza.
3. Che il Sindaco apra un tavolo con l’amministrazione comunale di Statte per avere contezza delle intenzioni riguardo la riapertura della discarica Mater Gratiae e che alla cittadinanza venga riconosciuta, come previsto dalla legge, la possibilità di parteciparvi.
4. Che in merito alla vertenza lavoro il Sindaco si faccia portavoce presso la Provincia della necessaria partecipazione dei cittadini al tavolo del lavoro già in attività.
5. Visto il totale ed assoluto riconoscimento del quinto punto del nostro documento, in cui ricordiamo aver richiesto il fermo delle fonti inquinanti ed il reimpiego dell’intera forza lavoro nelle attività di bonifica, invitiamo il Primo Cittadino ad adoperarsi affinché venga realizzato il comune e condiviso obiettivo di un “contesto territoriale ricondotto, come giusto che sia, ad una condizione di assoluta normalità sotto il profilo ambientale e della qualità della vita”. (cit. Dott. Ippazio Stefàno, ancora Sindaco della città di Taranto).
Come anticipato, da domani si tenterà un nuovo percorso di condivisione. Qualcuno si dice preoccupato per quel “dopo” ancora indefinito: “Questo gazebo era diventato un punto di riferimento per tutti noi. Ora dove andremo?”. I promotori del presidio fanno sapere che sarà stilato un programma con le prossime iniziative e assemblee. “E’ stata un’esperienza bellissima, oserei dire rivoluzionaria – commenta il dottor Cassetta a fine conferenza – per la prima volta, a Taranto, abbiamo dato vita ad un’agora, dove tutti hanno potuto dire la loro e lanciare proposte. Non potevamo rimanere qui a vita. Ora si agirà diversamente, andremo per le vie della città. Saremo come anguille nel mare”. Il gazebo viene smantellato. La piazza si svuota sotto un cielo grigio che minaccia pioggia. Ma il vuoto che oggi spaventa di più, forse, è quello che “riempie” Palazzo di Città. Non solo di sabato.
Alessandra Congedo
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