Zone Franche Urbane, chiarito l’arcano fra Ministero e Regione: Taranto e Manduria sono dentro
Le Zone Franche Urbane pugliesi tornano sotto l’egida dello Stato. Il chiarimento è stato messo nero su bianco nella circolare n.32024 emessa lunedì scorso dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Sociale del Ministero per lo Sviluppo Economico. Aveva suscitato giusti allarmismi la decisione della Regione di finanziare con propri strumenti il programma di fiscalità agevolata per piccole imprese, ripescato a fine 2012. In realtà pare si sia trattato di un fraintendimento col Ministero, giacché la Regione intendeva solo includere ulteriori città, oltre a quelle già approvate nel lontano 2008 (leggi QUI il chiarimento dell’ass. regionale Capone). Allora la Regione selezionò 11 comuni sulla base delle disposizioni del Cipe, ma il Ministero diede la sua approvazione solo per tre di questi: Taranto, Lecce ed Andria. Ora il piano nazionale includerà le altre otto, fra cui anche la nostra Manduria. In particolare per Taranto la ZFU ricomprenderà le aree dell’Isola, dei Tamburi e di Paolo VI.
Pare dunque volgere al termine la telenovela delle ZFU, prima istituite, poi cancellate dal provvedimento del ministro Tremonti e ora ripescate dopo cinque anni di nulla e ben tre governi. Decisione di fondamentale importanza per il nostro territorio, sperando che i sussulti politici non le mettano nuovamente a rischio. Altro aspetto di non poco conto è che, mentre i criteri di agevolazione sono stati decisi a livello centrale, i fondi sono a carico delle regioni. La Puglia ha stanziato 134 milioni per i suoi undici comuni, occorrerà ora vigilare affinché il nostro territorio abbia quanto gli necessita per ripartire. Si tratta di agevolazioni fiscali per piccole e medie imprese, come scritto poc’anzi, ma cosa prevedono nello specifico le ZFU? eccolo spiegato: l’esonero dal pagamento delle Imposte sui redditi (IRES ed IRPEF) sino ad un massimo di € 100.000 aumentati di € 5.000 per ogni lavoratore assunto successivamente al primo anno; esonero dal pagamento dell’IRAP sul un valore massimo della produzione pari ad € 300.000 per ciascuno dei primi 5 anni di attività; esonero dal pagamento dell’ICI per quattro anni per gli immobili posseduti dall’azienda nella ZFU; esonero dal pagamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente (il 30% dei quali con residenza nella ZFU). Insomma un treno da prendere a tutti i costi, per un territorio che vuole ripartire.