Mi sento così #FuoriDalComune. Mentre l’indifferenza generale scorre silenziosamente, altrettanto silenziosamente imperversa lo 048 che tanto temiamo. E certo, quale altro numero potrebbe rappresentare meglio la nostra situazione se non quello? Il numero 48 nella smorfia napoletana equivale al “Morto che parla”. Ebbene signori, siamo tutti morti che parlano, condannati ad un infame destino che, a detta degli studiosi, è destinato ad aumentare raggiungendo il picco tra circa 8-9 anni. Scusate ma… IO NON CI STO!!! Non ho intenzione di stare ad aspettare che una qualche sorta di malattia legata all’inquinamento si abbatta su di me o un mio caro. Non voglio che colpisca nemmeno i miei genitori, parenti, amici o concittadini che, attanagliati dall’ignavia, vivono la loro vita con la tradizione del “ce me ne futt a me”. Non voglio lasciare la mia terra, come spesso i miei genitori consigliano di fare. Non voglio abbandonare il mio mare, i miei affetti, la mia famiglia per andare fuori in cerca di lavoro, ne tantomeno in Marina!!!
La Marina, quella cosa che a Taranto, oltre all’Ilva ti propinano sin da piccolo, spacciandola in una falsa speranza ed alternativa economica per sfuggire alla morsa della disoccupazione, per fuggire da una realtà che non conviene più affrontare. Mi sentirei un vigliacco se fuggissi via da qui. Sarei un traditore nei confronti dei miei concittadini, e di tanti che, come me combattono per vivere in un futuro migliore. Mi fregerei di essere complice del disastro perpetrato per più di 150 anni nei confronti di questa città, mettendomi dalla parte dei malfattori. Non posso chiudere gli occhi e far finta di nulla. Preferisco dare il mio culo per una giusta causa piuttosto che alla Marina o all’Ilva. Forse non sono fatto per il lavoro, dato che per dedicarmi giorno dopo giorno alla lotta, sottraggo tempo ai miei impegni, agli affetti, alla famiglia, e soprattutto alla cosa più bella che ho, mia sorella! Una bambina di 2 anni e mezzo. Credo che dovremmo farlo tutti per i nostri bambini, parenti o semplicemente per noi stessi.
Spero che questo mio sacrificio non sarà vano, ma che venga preso da monito per le future generazioni, che ci sia un risveglio delle coscienze tra gli studenti, i più giovani, coloro che, come me, non hanno un futuro in questa città e decidano di scendere in campo. Forse sono un sognatore, lo so, alla mia età è normale, ma come si dice “anche senza speranza, la lotta è ancora una speranza!”. Nel mio piccolo, ho sempre partecipato e collaborato con movimenti, comitati, associazioni, tutti troppo frammentati tra di loro. Ma per fortuna, da 16 giorni, esiste una realtà fortemente voluta da tutti. E’ l’unione di tutti i cittadini che 24 ore su 24, presidiano fuori il comune, avvicendandosi giorno e notte. Sono loro, i cittadini #FuoriDalComune, i miei simili, eccoli, li ho trovati!!!
Qui mi sembra un altro mondo. Si mangia in compagnia, si organizzano iniziative, si parla di tematiche importanti come il sociale, l’ambiente, la salute, il lavoro, e soprattutto la Cultura. Ahimè, la cultura… quella “cosa” che dovrebbe spingere le persone a ribellarsi, quella cosa che uno Studente dovrebbe usare come un arma, quella cosa che in questa città ci è stata negata per troppo tempo. Infine si parla di diritti, eh già… perchè il problema di Taranto prima di essere Ambientale, Sanitario o Lavorativo, è un problema di mancanza di democrazia, diritti negati. E quindi al diavolo il lavoro, i soldi, lo studio. Lasciamo tutto, per un po’. Mettiamo le cose a posto. Lottiamo per i nostri diritti, e quando li otterremo, potremo beneficiare del risultato dei nostri sforzi e riprendere con gioia la vita di tutti i giorni, nella consapevolezza di vivere in una Taranto Libera!
Diario di un presidio – Antonio Lenti
ARCHIVIO
“Marco, quattordici giorni fuori dall’Ilva”:
“Fatevi contagiare dai Soggetti B”:
“Dalla parte del più debole”:
“Una visita inaspettata”:
https://www.inchiostroverde.it/news/diario-fuoridalcomune-12-giorno-una-visita-inaspettata.html
“Il cielo sopra Taranto”:
“La nostra battaglia è anche la vostra”:
“Qui non si perde mai tempo”:
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“Certe notti al presidio”:
“Da grande rimango qui”:
“Dall’Ilva al presidio, il percorso di un operaio”:
“Se non ora quando”:
“Vite che si intrecciano”:
“La vita non è un film”:
https://www.inchiostroverde.it/news/taranto-fuoridalcomune-giorno-n-1-la-vita-non-e-un-film.html
I cinque punti:
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