Nell’Ilva di Taranto si sta effettuando la sperimentazione di una nuova tecnologia per abbattere l’inquinamento con l’impiego di pallets di ferro preridotto e metano al posto del carbon coke. Lo ha detto il sub commissario Edo Ronchi ai consiglieri della Commissione Ecologia e Ambiente del Comune di Taranto nel corso dell’incontro tenuto nella sede della fabbrica ieri mattina. “La sperimentazione – hanno fatto sapere oggi, nel corso di una conferenza stampa, l’assessore comunale all’Ambiente Vincenzo Baio, il presidente della Commissione Ambiente Vincenzo Di Gregorio e i capigruppo – sarà estesa agli altiforni per la produzione complessiva di 2 milioni di tonnellate di acciaio senza l’impiego dell’agglomerato, dove vengono preparati gli agglomerati di ferro, e delle cokerie”. Ronchi ha parlato anche dell’accordo da 2 miliardi e 450 milioni di euro raggiunto con un gruppo di banche, che servirà sia a finanziare l’Aia (preventivato un costo di un miliardo e 800 milioni di euro) che per innovare gli impianti. Inoltre Ronchi si è soffermato sulle difficoltà finanziarie dell’azienda e ha precisato che si cercherà di rispettare il cronoprogramma, ma i 36 mesi previsti per il piano di risanamento potrebbero non bastare. Un’affermazione che non ci sorprende ed alimenta la nostra preoccupazione su tempi e modalità di questo presunto tentativo di ambientalizzazione del siderurgico tarantino.