Taranto: diario fuoridalcomune – 9° giorno: “Qui non si perde mai tempo”
TARANTO – Siamo gente “fuori dal comune”, noi che presidiamo piazza Castello dal 9 settembre, secondo questa felice espressione diventata lo slogan del comitato costituitosi dopo l’assemblea tenuta al Parco Archeologico delle Mura Greche. Gente di terra e gente di mare, che fa lavori diversi, che partecipa a tante associazioni; operai e impiegati, disoccupati e studenti, ma tutti ugualmente precari. Alcuni vengono da quartieri che sembrano indenni dall’inquinamento industriale, niente odori anomali o rumori di fog cannon, nessuna ciminiera in vista; altri dai Tamburi dove si dorme poco per il rumore e per la puzza. Persone che si capiscono con uno sguardo e altre che si urtano senza motivo, ma coesistono, determinate a portare avanti il presidio, nonostante la stanchezza e il primo fresco.
Gente diversa che viene e va, da e verso la piazza dove si erge il Castello Aragonese e dove cominciano i vicoli della città antica, l’acropoli dei greci, il borgo marinaro pieno di palazzi nobiliari, ereditato dai Savoia che poi pensarono di trasformarlo in un’appendice di un’altra città, quella moderna nata per la Marina Militare, l’Arsenale e per dare un ruolo più forte a Taranto. L’acropoli, l’isola, la città vecchia, il centro storico, tanti nomi per dire che esiste un luogo che è il cuore dei tarantini, un luogo dal quale idealmente si può ripartire. Noi siamo qui, sotto il Municipio, condividendo obiettivi. Abbiamo visto insieme film, seri e meno seri, condiviso cibo e birra. Siamo stati su improvvisate brandine a prender l’umido della notte. Abbiamo persino messo in discussione il valore del Pil come indicatore della crescita a beneficio del Benessere della comunità secondo le parole del prof. Becchetti. Qui non si perde mai tempo!
Il Municipio per me è un luogo istituzionale, come tale meritevole di rispetto, ma nello stesso tempo male utilizzato fino al punto di risultare inutile. Se penso che la massima autorità cittadina non ha inserito nessuna prescrizione nell’Aia Ilva 2011 e nel riesame 2012 e che non ha agito come responsabile della nostra salute dopo la pubblicazione dei dati dello Studio Sentieri… sì, devo dire che quel palazzo è davvero poco “utile”. Lo penso quasi senza avere il coraggio di dirlo perché ho studiato Giurisprudenza. Nella Costituzione scritta tanti anni fa – in una lingua chiara e pulita – esistono diritti e doveri: io ho il dovere di pagare imposte e ho il diritto di veder tutelata la mia salute come un diritto fondamentale. E’ quello che desidero per me, per i miei nipoti e per i tarantini!
Sento che le parole diventano false perché sono usate male come diceva Nanni Moretti molti anni fa. “Tutela degli operai”: una frase sulla bocca di tutti l’anno scorso, usata contro la magistratura e contro gli ambientalisti, senza che nessuno pensasse sul serio ad assicurare condizioni di lavoro regolari agli operai dell’Ilva, senza che nessuno predisponesse un piano di riqualificazione per gli esuberi né tantomeno una exit strategy da un modo di produrre acciaio vecchio come il cucco. Tempo al tempo. Coloro che hanno sfruttato questa città e coloro che non hanno fatto il loro dovere pagheranno. In questa vita o nella prossima. Taranto libera!
Diario di un presidio – Fulvia Gravame
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https://www.inchiostroverde.it/news/taranto-fuoridalcomune-giorno-n-1-la-vita-non-e-un-film.html
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