Taranto: diario fuoridalcomune – 8° giorno: “Certe notti… al presidio”
TARANTO – Non una notte qualunque, ma una notte “fuori dal comune”, cosi, come ci piace dire in questi giorni, presi da un entusiasmo ritrovato, fatto di sogni, speranze, lotta. Un gazebo, un caffè, dei biscotti, una canzone intonata con Daniela. Siamo qui, tutti diversi, ognuno con la sua vita, piena di problemi da risolvere, case da ristrutturare, figli da seguire. Gli stessi che noi mamme abbiamo lasciato a casa, almeno per questo sabato perché l’indomani è domenica e non si va a scuola. Un discorso importante, una questione politica, un chiarimento. Non più rinchiusi nelle nostre sedi, dove eravamo stanchi di vederci e confrontarci, con le stesse parole che rimbombavano tra i muri, i soliti saluti, i soliti abbracci, le solite persone. Stanotte c’è anche Massimo Battista che mi chiama per nome e mi spiega le sue posizioni. Io lo ascolto. Poi mi indica la busta dell’immondizia nascosta dietro la sua sedia. La sua voce rimbomba. Non ride quasi mai. Ho scoperto che è del segno della vergine. Perciò mi rendo conto che non lo farà spesso. L’ho amato e odiato in questi mesi, ma è li con me, sotto un cielo nero. E’ buio, non solo perché è notte. Fa freddo e qualche coperta ci dà calore. Qualcuno si addormenta, qualcun altro rimane in piedi. Comincio a scherzare e c’è chi si accorge chi sono veramente. Per mesi si è parlato di unità senza riuscire a costruirla. Ora comprendo che non bastava parlarne, ma era necessario stare insieme, unirsi sotto un gazebo, per ventiquattr’ore, guardarsi negli occhi, abbozzare un sorriso. Perché siamo qui davvero per un intento comune. Alle 7 saluto tutti. Mi pesa andar via. Vorrei attendere che arrivi qualcun altro a dare il cambio, ma le bambine mi aspettano. Mentre mi avvio verso la macchina ricordo di aver dimenticato la mia sdraietta. Non è un granché. La uso per il mare ed è ancora in buone condizioni. Sto per tornare indietro, ma dopo pochi passi mi blocco e penso che conviene lasciarla lì. Sarà di conforto per chi porterà avanti questi lunghi giorni di lotta. Ritorno alla mia macchina e vado via, con la certezza che presto sarò ancora lì. Taranto Libera!
Diario di un presidio – Ada Le Noci
Foto di Giuseppe Internò
Archivio
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