Ilva: Usb, stop allo sciopero – L’ordine del giorno del Consiglio Comunale
TARANTO – Si è concluso nella serata di ieri lo sciopero indetto dall’Unione sindacale di base (USB) contro il licenziamento del delegato sindacale Marco Zanframundo e dei 50 operai dell’impresa appaltatrice dell’Ilva, “Emmerre”. La protesta era cominciata lunedì mattina e un gruppo di lavoratori era anche salito sul tetto di uno degli edifici della direzione del siderurgico. Uno dei licenziati dalla ditta dell’appalto, nella mattinata di ieri si è arrampicato su un pilastro restandovi per circa quattro ore, mentre un altro aveva minacciato di lanciarsi nel vuoto.
L’Usb ha già annunciato che proseguirà la protesta e che questa mattina terrà una conferenza stampa davanti a Palazzo di Città in coincidenza con la seduta del Consiglio comunale. “Abbiamo ottenuto visibilità – ha detto il coordinatore provinciale dell’Usb, Francesco Rizzo – e la gente ora conosce il problema, ma siamo pronti ad azioni ancora più eclatanti”. “È raccapricciante il silenzio di Fim, Fiom e Uilm, su quanto sta avvenendo all’Ilva di Taranto, dove operai minacciano di buttarsi già dal tetto e sindacalisti vengono licenziati per aver svolto la loro funzione in difesa dei diritti dei lavoratori”, ha dichiarato Paolo Sabatini, dell’esecutivo nazionale USB.
“Come si possono ignorare le ingiustizie denunciate da chi sta scioperando e continua a protestare sul tetto della Direzione aziendale dello stabilimento tarantino, battendosi per il lavoro, la sicurezza la salute degli operai dell’acciaieria e degli abitanti della città di Taranto?”, si domanda il dirigente dell’USB. Osserva Sabatini: “Viene da pensare che la volontà di Fim, Fiom e Uilm, di non partecipare al rinnovo delle RSU, ormai scadute da mesi ed indette dall’USB, sia indicativa di quanto quelle organizzazioni temano il confronto con i veri problemi dello stabilimento e dei lavoratori”. “Il protrarsi di questo silenzio potrà solo significare connivenza con il ‘sistema Ilva’, con i suoi meccanismi di sfruttamento ed illegalità, con i suoi ‘apparati ombra’”, aggiunge l’esponente dell’USB nazionale. “Ai rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm, alle istituzioni, alle forze politiche e parlamentari chiediamo un sussulto di dignità – conclude Sabatini -perché dal tetto dell’Ilva arriva un grido sui veri problemi di questo Paese, che non può più essere ignorato da nessuno”.
“Io e i miei compagni ci sentiamo sconfitti in una guerra che non farà storia perché è già segnata dal silenzio assordante di chi può e deve intervenire per scongiurare anche il pericolo di gesti estremi dettati dalla disperazione”. Lo scrivono Marco Zanframundo, operaio del reparto Mof dell’Ilva licenziato nei giorni scorsi, e i lavoratori della ditta “Emmerre”, estromessa dall’appalto dopo l’incidente del febbraio scorso in cui perse la vita l’operaio Ciro Moccia, in una lettera aperta a Papa Francesco. I lavoratori per diverse ore hanno protestato sui tetti della direzione dello stabilimento di Taranto. “La direzione aziendale – sottolineano gli operai – in atteggiamento di chiusura totale non sembrerebbe intenzionata a dare alcuna speranza, proseguendo nel suo, ormai, consueto modello di società, la cui cristianità è lontana anni luce da quella che Sua Santità vorrebbe insegnare nel nome di colui il quale fu crocifisso per mano dei potenti e nella vile presa di posizione del Pilato”. I lavoratori parlano nella lettera di una “fabbrica la cui proprietà non riconosce il diritto e lo annienta portandosi via la dignità. E’ questa la guerra che uccide noi lavoratori. Siamo stremati e pronti anche a gesti insani, poiché provati e annullati nell’anima. Non solo le guerre, Santità, uccidono e sconfiggono”. La lettera si conclude con un ringraziamento al Papa per “quello che vorrà e potrà fare per noi”. (dal TarantoOggi dell’11. 09.2013)
OGGI SI E’ ESPRESSO IL CONSIGLIO COMUNALE – “Esprimiamo piena soddisfazione riguardo alla posizione assunta oggi dal Consiglio Comunale di Taranto”, afferma Francesco Rizzo, coordinatore USB per l’Ilva. “Il Consiglio ha votato all’unanimità una delibera in cui si condanna l’Ilva per l’atteggiamento assunto nei confronti di chi come Marco Zanframundo conduce battaglie in nome della sicurezza, del diritto alla vita e alla salute, e in cui si richiede l’immediato ritiro del licenziamento del delegato USB”. Riferisce Rizzo: “Il Consiglio chiede al Prefetto, essendo l’azienda commissariata, di intervenire sia sul licenziamento di Zanframundo che sulla vicenda dei lavoratori della Emmerre, la ditta appaltatrice estromessa all’indomani della morte del compianto Ciro Moccia. Il Consiglio chiede inoltre il ripristino delle condizioni democratiche e delle libertà sindacali all’interno dell’ILVA. “Ci auguriamo che questa rilevante presa di posizione, volta a tutelare lavoratori e cittadini, trovi riscontro presso Prefettura e Governo e saremo sempre favorevoli alla ricerca di soluzioni che dimostrino questa comunità di intenti”, sottolinea il rappresentante dell’USB. “Lo sciopero comunque proseguirà – annuncia Rizzo – con ulteriori iniziative. Ringraziamo tutti i lavoratori che vi hanno partecipato, pur in un clima altamente intimidatorio da parte dell’azienda ed il silenzio assordante di Fim Fiom e Uilm, dando solidarietà a Marco ed ai dipendenti della Emmerre. In particolar modo ringraziamo i due dirigenti Fiom, Michele Pizzileo e Giuseppe Dambrosio che, contravvenendo agli ordini di segreteria, hanno appoggiato lo sciopero. I lavoratori si difendono tutti, senza colori, bandiere ne’ sigle sindacali”, conclude Rizzo.
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