Il Pd, Violante e il tabù Ilva
E’ finito il giro di incontri con l’ex magistrato Luciano Violante che con molta disinvoltura si è presentato alla base del Pd della provincia ionica. Ha voluto spiegare il suo pensiero sulla questione cruciale del nostro territorio? No. Il problema per lui non è rappresentato dagli 8.916 casi di tumore etichettati con il numero di esenzione 048, o il problema delle discariche o il nulla fatto, ad oggi, sulle bonifiche, bensì il lodo Berlusconi. Per l’onorevole Violante, ospite di un incontro organizzato a Grottaglie, il dibattito violento tra politica e magistratura si ferma al problema dell’agibilità politica di Mr. B. Come se le problematiche legate alla tutela del cittadino debbano per forza appiattirsi sulla vicenda Berlusconi. Come se quest’ultimo rappresentasse tutti i cittadini. Eppure un qualsiasi cittadino, condannato in terzo grado, non ha sicuramente la possibilità di essere difeso dal 30% del Parlamento, anzi, verrebbe sicuramente tacciato come colpevole.
L’onorevole Violante ha provato a giustificare la sua presenza con abili discorsi in gergo politico, poco espliciti sulla sua reale intenzione. Tante parole con un chiaro intento politico: non è giusto che Mister B. sia allontanato dal Senato. Bisogna provare a salvare la democrazia parlamentare e la faccia del Cavaliere. Più volte sollecitato a esprimere un parere sul conflitto politica-magistratura esistente a Taranto, evidenziato da tre decreti d’urgenza contro la magistratura ionica, Violante ha glissato. Non ha mai citato la parola Ilva. Ha completamente deviato il discorso, come se noi non esistessimo. Non ha avuto nemmeno il coraggio di rivolgere un pensiero alla sofferenza del territorio.
Di grande spessore, invece, l’intervento del dottor Maurizio Carbone, segretario dell’Associazione Nazionale Magistrati, che possiamo sintetizzare in questa affermazione: “Ci siamo stancati di sopperire alla politica: che il Parlamento faccia la sua parte per il problema Taranto”. Il concetto di “politica debole”, definita “corrotta” da un cittadino presente, ha preso il sopravvento. Tutti, compreso il segretario provinciale del PD Serio, hanno concordato su questo punto: a Taranto la politica è stata debole, servile, prona alla grande industria.
Eppure le facce si sono deformate davanti ad una constatazione così naturale. Violante non ha replicato. Anche in questo caso ha fatto finta di nulla ed ha giustificato la pochezza della politica italiana con la pochezza dell’elettorato italiano. Alla fine pochi applausi e gente decisamente delusa. Sentir parlare ancora di Berlusconi, a Taranto, con tutti i problemi che attanagliano la città e la provincia, stride ed evidenzia come un esponente del PD possa continuare a far finta di nulla rispetto alle tragiche vicende tarantine.
Fabio Millarte, presidente del Wwf Taranto