Ilva, struttura ombra: cinque arresti

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ILVA: IN FABBRICA S'INCONTRANO FERRANTE-SINDACATITARANTO –  Gli arrestati, accusati dalla Procura di Taranto di associazione a delinquere finalizzata a compiere reati ambientali, sono i cosiddetti “fiduciari” della famiglia Riva: Lanfranco Legnani, direttore “ombra” dell’Ilva di Taranto; Alfredo Ceriani, responsabile di tutta l’area a caldo del siderurgico; Giovanni Rebaioli, gestore dell’area Parchi materie prime e impianti marittimi dell’Ilva; Agostino Pastorino, responsabile dell’area ghisa e di tutti gli investimenti nell’Ilva; Enrico Bessone, responsabile dell’area manutenzione meccanica delle acciaierie. Tranne Legnani che e’ ai domiciliari nella sua abitazione di Bussolengo (Verona), per tutti gli altri il gip ha disposto l’arresto e la traduzione nel carcere di Taranto (Fonte: Agi).

Il commento di Nicastro: emerge preistorica visione dell’azienda
“Se il quadro accusatorio relativo ai provvedimenti emessi oggi dalla magistratura dovesse essere confermato allora davvero saremmo dinanzi ad una azienda la cui gestione era ispirata da una visione preistorica dell’attività di impresa e del diritto del lavoro. Non solo era necessario e doveroso, come abbiamo sostenuto e chiesto a gran voce nei mesi scorsi, che si separassero i destini dell’azienda da quelli della famiglia Riva ma, aggiungo, anche è necessario ridare ad essa una visione non padronale alimentata da quella che, in altri contesti, ho chiamato la logica dei guardoni. A parte i danni e i disastri rinvenienti da condotte che configurano gravi reati sembrerebbe necessario anche rimaneggiare i modelli organizzativi e di gestione che pesantemente influiscono sulla tenuta dello stabilimento”. A dichiararlo l’assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro.

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