In merito alla Tav, c’è chi esprime “preoccupazione per i silenzi della magistratura”. Si tratta di Davide Bono, consigliere regionale M5S in Piemonte, che replica alle parole del procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli. “In un mondo in cui la politica non fa più la sua parte, cioè dialogare con i cittadini e quindi rappresentarli democraticamente – scrive in una nota Bono – è ovvio che anche gli altri poteri dello Stato non si trovino in buona salute. Così troviamo procuratori che invece di attenersi alle prove e ai procedimenti giudiziari, intendono dare giudizi”. Continua Bono: “Da anni diciamo che non giova al rasserenamento degli animi ridurre il progetto del Tav a un mero problema di ordine pubblico. Sono state depositate decine di ricorsi al Tar, esposti alla Procura, segnalazioni riguardanti le irregolarità amministrative e procedurali del cantiere del cunicolo di Chiomonte: nessun riscontro. Ricordiamo che a tutt’oggi non è stato depositato l’unitario progetto esecutivo del cunicolo, così come imposto ad Ltf dal Cipe. In ultimo l’iniziale erroneità del numero di Codice Unico di Progetto (utile al tracciamento delle transazioni finanziarie, irrinunciabile strumento di controllo delle penetrazioni mafiose nei cantieri pubblici) non ha condotto la Procura della Repubblica alla verifica dei flussi finanziari originariamente generati dall’opera del cunicolo di Chiomonte”.