Alla luce di tale premessa, Aldo Pugliese, segretario generale della UIL di Puglia, esprime “soddisfazione” rispetto alle tante voci contrarie allo sviluppo di Taranto nella zona Auchan-statale San Giorgio, tuttavia, allo stesso tempo, si dice “sorpreso che nessuno alzi nemmeno un dito per far notare che un simile fenomeno, se tutto procederà come previsto, si verificherà per la costruzione del nuovo ospedale San Cataldo di Taranto, la cui motivazione è ancora sconosciuta a chi è dotato di un minimo di razionalità”.
“Il San Cataldo – spiega Pugliese – sarà il più grande dei nuovi quattro ospedali che la Regione intende realizzare in Puglia. La realizzazione dello stesso è prevista in una zona di aperta campagna sulla direttrice Taranto-San Giorgio, che interessa 22 ettari di terreno utilizzati per una pregevole attività agricola e per nulla dotati di una viabilità di supporto degna di tal nome. Anche nel caso in cui tale viabilità venisse creata, i disagi per raggiungere l’ospedale non sparirebbero certo d’incanto, in virtù del fatto che si fa affidamento sulla Talsano-Avetrana, la cui esecuzione è tutt’altro che sicura”.
“Di certo c’è che – continua Pugliese – per quanto è dato sapere, vari soggetti, intanto, si stanno prodigando nell’acquisto dei terreni in questione, che dovrebbero essere oggetto di un imponente giro d’affari edilizi e di altro genere, esattamente sulla scorta di quanto si stava verificando con il fallimentare progetto del San Raffaele del Mediterraneo”.
“Invitiamo la Regione Puglia – conclude il Segretario Generale della UIL regionale – come già fatto in altri frangenti, a sospendere le procedure per la cantierizzazione dell’opera e, magari a prendere in esame, per dotare la città degli indispensabili nuovi posti letto e strutture sanitarie, il Moscati di Taranto, che già gode di un ottimo collegamento stradale in entrata e in uscita verso tutta la provincia ionica. Il Moscati, inoltre, è una struttura moderna, con ampi terreni brulli e disponibili nei dintorni, che consentirebbe così di realizzare economie importanti in fase di realizzazione, di non deturpare l’ambiente, di evitare espansioni esagerate del nucleo urbano e, infine, di abbreviare i tempi della stessa rispetto agli otto anni preventivati per il San Cataldo”.
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