Inquinamento, Ciafani (Legambiente): “In Italia non c’è solo l’Ilva”
ROMA – “In Italia non c’e’ solo l’Ilva”. E’ lapidario Stefano Ciafani, il vice presidente nazionale di Legambiente che all’Adnkronos lancia l’allarme raffinerie: “Nel 2012 abbiamo pubblicato il rapporto ‘Mal’aria industriale’ proprio per ricordare che in Italia non c’è solo Taranto, ma altre situazioni altrettanto importanti e che riguardano anche aree industriali in cui sono presenti delle raffinerie, che sono le principali emettitrici di inquinanti e che andrebbero trattate con gli stessi strumenti con cui si e’ affrontato il caso Ilva a Taranto”. A destare preoccupazione sono soprattutto gli impianti di Gela, Augusta, Priolo e Melilli nel siracusano, ma anche di Milazzo e l’impianto Saras in Sardegna, “situazioni che vanno prese di petto”, sottolinea Ciafani. “L’Ilva ha permesso al Paese di rimettere all’ordine del giorno le vicende della tutela ambientale collegate con il lavoro e la salute, ma nel Paese non c’e’ solo Taranto e queste altre situazioni vanno affrontate con rigore”. Il rischio, insomma, e’ di dimenticare le altre criticità non sempre al centro dei fatti di cronaca, quando invece “le raffinerie di Gela e di Augusta non sono da meno rispetto a Taranto per l’impatto ambientale”. Il rapporto ‘Mal’aria industriale’ di Legambiente (“rispetto ai cui dati non abbiamo aggiornamenti importanti”, sottolinea Ciafani) aveva stilato le classifiche dell’inquinamento industriale, analizzando i principali macro-inquinanti atmosferici. Nella top ten degli impianti che emettono piu’ ossidi di azoto (Nox) di raffinerie ne figurano tre: Saras Raffinerie Sarde Spa (al terzo posto della classifica) che nel 2010 ha emesso 3.450 tonnellate di Nox; la raffineria di Augusta della Esso Italia (al quinto posto) e la raffineria di Gela (al sesto).