“Il decreto “Cresci Italia” (nr. 83 del 22.06.2012) del Governo Monti sostenuto dal partito unico PD-PDL – dichiarano i parlamentari pugliesi e lucani del MoVimento 5 Stelle Diego De Lorenzis, Mirella Liuzzi, Barbara Lezzi, Daniela Donno, Giuseppe L’Abbate, Francesco Cariello, Emanuele Scagliusi, Giuseppe Brescia, Giuseppe D’Ambrosio e Lello Ciampolillo – ha consentito la riapertura di tutti i procedimenti per la prospezione, ricerca ed estrazione del petrolio sul territorio e nei mari italiani. Ma non possiamo che essere contrari ad un modello di sviluppo unicamente focalizzato al mero profitto di pochi nel breve periodo e che ha prodotto solamente la devastazione del nostro mare e della nostra terra nonché il dilagare della disoccupazione tra la popolazione locale. Il mare – continuano i parlamentari M5S – è la risorsa più preziosa del nostro territorio e, allo stesso tempo, racchiude la nostra storia e rappresenta la nostra speranza di rinascita e sviluppo per il futuro. Per questo, attraverso il coinvolgimento di tutta la cittadinanza, chiediamo al Governo di non concedere ulteriori autorizzazioni alle richieste di ricerca, e quindi di estrazione, di idrocarburi da parte delle aziende petrolifere multinazionali nello Jonio: lo splendore del nostro mare, la vita della fauna e della flora marine e le attività economiche ad esso connesse come la pesca ed il turismo sarebbero messe duramente a repentaglio”.
Le molte istanze presentate per ottenere il permesso alla ricerca di idrocarburi, infatti, propongono nel concreto un’indagine geofisica delle zone sommerse, realizzata mediante la creazione di potenti bolle d’aria compressa nell’acqua, che generano onde acustiche: gli “Air-gun”. Questo procedimento risulta particolarmente dannoso per tutti i pesci ed i mammiferi marini e, quindi, per le attività economiche legate alla pesca ed al turismo marino. Ad esempio, tenendo conto dell’importanza che il senso dell’udito ha per molte specie ittiche per orientarsi, accoppiarsi, riprodursi o per la ricerca di cibo, si può facilmente comprendere come queste operazioni effettuate esclusivamente con spari fortissimi e continui (ogni 5-10 minuti) di aria compressa, influiscano negativamente sugli equilibri di un ecosistema già in difficoltà. Ne sono testimonianza gli spiaggiamenti di 7 capodogli avvenuti in provincia di Foggia nel 2010 e successivamente morti a causa del disorientamento provocato da queste tecniche che si propagano per centinaia di chilometri al di sotto della superficie del mare.
Nel considerare quindi i danni, non solo in termini di immagine, che subirebbero le aree spiccatamente turistiche interessate dalle trivellazioni e valutando concretamente il grado di sismicità del Golfo di Taranto, i deputati M5S Mirella Liuzzi e Diego De Lorenzis hanno posto la questione all’attenzione del Governo anche attraverso le osservazioni presentate al Ministero dell’Ambiente in collaborazione con il meet up “Amici di Beppe Grillo Taranto” ed il supporto tecnico-scientifico della dottoressa Rossella Baldacconi e dell’ingegner Bartolomeo Lucarelli. Numerosi i meet up locali coinvolti nell’iniziativa di domenica: oltre il già citato gruppo di Taranto, infatti, prenderanno parte alla catena umana a difesa del mare anche quelli di Lizzano, Castellaneta, Ginosa, Massafra, Manduria, Pulsano, Grottaglie, Palagiano, Maruggio e Crispiano. L’appuntamento, aperto a tutta la cittadinanza, è per domenica 25 agosto alle ore 11.00 sulla spiaggia di Marina di Lizzano nei pressi della foce del canale Li Cupi-Ostone.
Comunicato stampa
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