Intervengono Antonio De Donno (Procuratore aggiunto della Repubblica – Lecce), Andrea Apollonio (giornalista e studioso dei fenomeni mafiosi).
Lettore a Km 0: Marcello Risi, sindaco di Nardò.
Modera il dibattito Livio Muci, responsabile del Presidio del Libro di Nardò.
Non basta la verità giudiziaria. Nel mare di accuse e veleni che continuano a inquinare i processi in corso sulla trattativa Stato-mafia, con particolare riferimento alle morti di Falcone e Borsellino, e che hanno addirittura coinvolto indirettamente il presidente della Repubblica, è necessario provare a spostare il nostro angolo visuale e fare un passo indietro. La storia ci viene in aiuto per capire che cosa sta succedendo. La partita è troppo grossa perché possa rimanere nelle aule di un tribunale. In gioco è la Repubblica italiana, il nostro Stato. Entrambi nati con l’appoggio fondamentale della mafia. L’autore spiega come e perché.
Dalla vittoriosa cavalcata di Garibaldi aiutato dai picciotti siciliani durante la spedizione del 1860 agli omicidi impuniti d’inizio secolo che contaminano il tessuto economico-finanziario, all’alleanza col fascismo che si limitò a contrastare la manovalanza armata. Poi il patto di sangue con gli angloamericani nel 1943 per indirizzare la pace, seguito dagli omicidi e dalle stragi del dopoguerra perché la sinistra non avesse il sopravvento al Sud, fino alle tragiche vicende oggetto degli attuali processi.
Difficile ammetterlo, però è così: la mafia è stata una risorsa decisiva per lo Stato italiano sin dai suoi albori unitari offrendo appoggio anche militare a chi vigilava sul controllo “democratico” del paese e talora a chi sosteneva veri e propri disegni eversivi.
La magistratura non ce la può fare da sola a spaccare questa crosta spessa di bugie, inganni e depistaggi pilotati. In nome della pace e di una ragione che di Stato ha ben poco. Una pace insanguinata. Per la difesa di interessi internazionali, per il controllo del Mediterraneo. Una partita a scacchi che ci vede di volta in volta spettatori fragili e passivi, collaboratori interessati o eroi coraggiosi, fino alla morte.
Giovanni Fasanella è giornalista, documentarista e sceneggiatore. È autore di molti libri d’inchiesta sulla storia segreta italiana. Fra i più recenti: INTRIGO INTERNAZIONALE (con Rosario Priore, Chiarelettere 2010), 1861. LA STORIA DEL RISORGIMENTO CHE NON C’È SUI LIBRI DI STORIA (con Antonella Grippo, Sperling & Kupfer 2010), IL GOLPE INGLESE (con Mario J. Cereghino, Chiarelettere 2011), AD ALTO RISCHIO (con Mario Mori, Mondadori 2011), INTRIGHI D’ITALIA (con Antonella Grippo, Sperling & Kupfer 2012).
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