Agricoltura, ancora condoni sulle falde pugliesi

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Ennesimo condono-proroga al termine previsto dalla L.R. 18/1999 che rinvia al 31 dicembre 2013 la scadenza della sanatoria che perpetua da decenni il depauperamento dell’unica fonte di acqua della quale dispone l’intera Puglia: le falde sotterranee. È quello che con l’articolo 10 della legge di assestamento del bilancio la Regione si accinge ad approvare.

“Sono 14 anni che si protrae questo sovrasfruttamento delle risorse idriche della nostra Puglia – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) – e la Giunta Vendola preferisce l’ennesimo condono al definitivo stop ai pozzi abusivi. Una Giunta che pare schizofrenica visto che ciò va in totale contrasto con le norme di salvaguardia per le acque sotterranee di cui si è dotata con il Piano di Tutela delle Acque. A seguito della salinizzazione per ingressione marina causata proprio dal sovrasfruttamento delle acque sotterranee, il PTA infatti stabilisce per le zone costiere adriatiche e ioniche pugliesi e quasi tutto il Salento il divieto assoluto di escavazione di nuovi pozzi. Questa sanatoria segue lo stile tutto italiota dei condoni edilizi e permette di perforare anche pochi giorni prima della presentazione dell’istanza. Un comportamento assurdo – conclude L’Abbate –  che non prevede neppure una relazione idrogeologica in fase di sanatoria ma solo mere ed esigue sanzioni. L’acqua è un bene comune di tutti i cittadini e di tutti gli agricoltori, non solamente dei più furbi”.

I pozzi abusivi e mai denunciati attualmente in esercizio in Puglia, molti da parecchi decenni, secondo alcune stime risultano essere almeno 120.000, mentre appena 14.000 quelli regolarmente concessi ai sensi della L.R. 18/1999, quasi raddoppiati a 26.000 grazie alle reiterate proroghe in sanatoria accordate dalla stessa Regione negli ultimi 14 anni. Ed online è già partita una petizione per salvare le acque sotterranee in Puglia a cura dell’associazione “Alternativa Geologica”. Il rischio è quello di prelevare nel tempo acqua salmastra, fino ad arrivare nel caso estremo a quella del mare: nel suolo si concentra il sale, sino a farlo divenire sterile, compromettendo il futuro dell’agricoltura.

 

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