Prc: “Ecomostri e incuria a San Giorgio Jonico (Taranto)”

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TARANTO – Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa del circolo del Prc di San Giorgio Jonico.

E’ in costruzione in una delle zone più belle e suggestive di San Giorgio Jonico, denominata “la panoramica”, un acquedotto che servirà ad alimentare le abitazioni ubicate nelle vicine località marine. Ora, non volendoci soffermare sull’utilità dell’opera e sui costi generali che la stessa sta comportando per questa comunità, su cui avremmo qualche considerazione da fare, non possiamo però non segnalare all’attuale amministrazione comunale, ed in primis al sindaco, che la suddetta opera dista pochi metri dal “Parco Belvedere” che a detta di chiunque nel prossimo futuro potrebbe rappresentare l’unico polmone verde a disposizione della cittadinanza, dove la stessa avrebbe l’occasione di trascorrere qualche ora del proprio tempo libero ammirando il paesaggio antistante magari assieme ai propri figli in aree attrezzate, praticare dello sport, fare qualche buona lettura…

Invece a distanza di qualche anno dall’inaugurazione del Parco non si ritrovano le aree attrezzate, i servizi igienici occorrenti in spazi di questo tipo e cosa ben più grave assistiamo sbalorditi alla creazione di un vero e proprio ecomostro cittadino che sta con le sue enormi dimensioni, cementificando parte della collina a ridosso del parco, mentre nella parte sottostante l’ecomostro accade forse qualcosa di ancora peggiore e cioè la concessione delle “tagghiate” a dei privati che se per un verso salvano le stesse dall’incuria in cui versano da anni per responsabilità di tutte le amministrazioni che si sono succedute per le quali la loro unica soluzione era ed è svendere aree comunali, per l’altro sottraggono le stesse alla pubblica fruizione. Per non parlare poi della discarica abusiva di rifiuti solidi urbani e materiali di risulta all’ingresso della strada che conduce all’acquedotto, di cui nessuno ad oggi si è occupato e che ciclisti e podisti nel tentativo di fare sport in collina devono schivare con il rischio di farsi seriamente male. Insomma un disastro? Pare proprio di si, a meno che non si cambi registro immediatamente e si proceda ad un ripensamento complessivo dell’area e ad una reingegnerizzazione della stessa.

Anziché navigare a vista magari per buona fede, per disinteresse, o peggio per insipienza o probabili tornaconti clientelari, bisognerà nell’interesse collettivo e per il futuro riprogettare l’intera area nella sua globalità, così da effettuare interventi armonici con il territorio e un utilizzo più congruo dello stesso per arrivare a costituire il “PARCO DELLE TAGGHIATE”, ovvero una nuova area protetta che comprenda l’attuale parco esistente, le “tagghiate” e persino l’ecomostro camuffato nel frattempo con la piantumazione di migliaia di alberi, cosi da attutirne l’impatto visivo e affogarlo nel verde circostante della collina. Il “parco delle tagghiate” potrebbe rappresentare  uno  straordinario contenitore culturale con le sue affascinanti scenografie naturali per concerti, rappresentazioni teatrali, mostre, conferenze all’aperto e via dicendo, cosi come avviene nelle vicine Cave di Fantiano a Grottaglie a patto che si investa sul territorio e ci si doti di una pianificazione culturale, di cui l’amministrazione al momento sembrerebbe sprovvista essendo concentrata più su se stessa e sui suoi dissidi interni.

Foto Ressa

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