Inoltre, attraverso un ordine del giorno della maggioranza, accolto dall’esecutivo, il governo si è impegnato ad attuare una serie di modifiche definite “migliorative”. Ad esempio la verifica e il controllo delle attività del commissario straordinario e del sub commissario, ai quali sarà richiesta una relazione semestrale da inviare ai ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente ed alle commissioni parlamentari competenti sullo stato di attuazione dell’AIA e sulle iniziative di informazione e di consultazione delle comunità locali. La novità, in realtà, consta soltanto nel redigere l’ennesima relazione, visto che già alla Camera era stato deciso che il ruolo svolto in precedenza dal Garante, una specie di supervisioni sui lavori legata alle ispezioni trimestrali dei tecnici ISPRA, veniva affidato in simbiosi a Bondi, la Regione e gli enti locali. Che invece si battono per il ripristino della figura del Garante unicamente perché non vogliono il peso del fardello del controllo sull’operato di Bondi.
Inoltre, è stato confermato dal Governo l’onere di assicurare un’adeguata dotazione finanziaria all’ISPRA e all’ARPA Puglia per l’attività connessa con l’Autorizzazione ambientale Integrata e ad emanare, entro tre mesi, un decreto per risolvere il tema complesso e delicato della gestione e dello smaltimento dei rifiuti dell’Ilva nel rispetto delle procedure dell’AIA. Dunque, slitta ancora nel tempo l’intervento sulla gestione dei rifiuti, dopo che l’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini aveva annunciato le prescrizioni sul tema prima entro gennaio e poi entro maggio. Intanto, l’Ilva continuerà ad operare in deroga, visto che sono ben 7 anni che attende di ottenere dalla Provincia l’ok per utilizzare la tristemente famosa discarica interna Mater Gratiae.
E’ inoltre previsto l’impegno da parte del governo a mettere in campo ulteriori iniziative di monitoraggio epidemiologico in relazione alla presenza degli impianti industriali nell’area di Taranto: quali saranno queste attività è tutto da vedere. E sono previsti non meglio precisati interventi per meglio definire le competenze e il ruolo del Commissario. Da vedere come andrà invece a finire la storia dell’emendamento presentato giorni addietro, in cui si punta a riservare alle banche il 60% delle risorse per i creditori, in caso di fallimento dell’azienda. Il che ha una sua logica, visto che saranno le banche e la BEI a finanziare gli 1,8 miliardi di euro previsti da Bondi e dal governo per le operazioni di “risanamento” del siderurgico. Da notare che per la prima volta, viene prevista la parola “fallimento” nel prossimo futuro dell’Ilva. Un dato che lascia molto da pensare su quale sarà il destino del più grande siderurgico d’Europa.
Gianmario Leone (TarantoOggi, 26.07.2013)
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