Ilva, i medici dell’Isde: “Nubi nere sul decreto”
I Medici per l’Ambiente dell’Isde tornano ad occuparsi del decreto n. 61/2013, denominato “salva Ilva bis”, con una corposa nota stampa che pubblichiamo integralmente. Sono confermate tutte le preoccupazioni già espresse in passato nei confronti di un provvedimento che presenta diverse criticità.
In primo luogo ISDE è preoccupata perché viene avanti una legislazione straordinaria che rischia di modificare le basi dell’attuale normativa ambientale o di influenzare negativamente molte altre situazioni che hanno caratteristiche diverse dal caso ILVA; inoltre ISDE deve sottolineare numerosi elementi critici che occorre riequilibrare:
– sono previste prescrizioni per l’AIA basate solo sui tempi di attuazione e non anche su criteri di rispetto di adeguamento tecnologico e di azioni di risanamento che quando non rispettati dovrebbero permettere la riapertura della stessa AIA;
– permane un quadro confuso a seguito della deroga prevista per l’AIA, in quanto non viene chiarito cosa accade quando le prescrizioni dell’AIA non sono rispettate dai commissari, specie avendo cancellato la figura del Garante;
– a fronte dei tempi scaduti da oltre 6 mesi per l’attivazione dei provvedimenti autorizzativi per le discariche, la gestione dei rifiuti e delle acque, non è fatto riferimento a tempi e modalità per la messa a norma;
– vengono allungati di un anno i tempi di risanamento degli impianti ai fini della tutela di ambiente e salute; – vengono concessi ben 150 giorni per l’adozione del piano delle misure redatto dai tre esperti;
– viene fatto riferimento a disponibilità residue per fare fronte alle bonifiche, anziché destinare allo scopo le risorse e i beni sequestrati ed i proventi dell’attività dell’impresa in accordo al principio“chi inquina paga”;
– non viene precisato il criterio di scelta del Commissario governativo, che deve garantire completa imparzialità e capacità di interpretare correttamente il ruolo di commissario di una società privata nominato dal pubblico, per evitare scivoloni come quelli recenti del Commissario Bondi sul ruolo del fumo di tabacco;
– è depotenziata la Valutazione del Danno Sanitario (VDS), in quanto si prevede che i rapporti di valutazione del danno sanitario debbano essere conformi ai criteri metodologici stabiliti da un decreto interministeriale già previsto dalla legge salva-Ilva n. 231/2012 (attualmente all’attenzione della Corte dei Conti), che è meno protettivo per la salute dei cittadini rispetto alla normativa pugliese;
– non viene previsto il riesame dell’AIA neppure a fronte di dati epidemiologici e sanitari che risultassero allarmanti, per cui se anche la regione competente chiedesse il riesame dell’ AIA, in linea con quanto permesso dal Decreto 61 (art. 1, comma 7), il Governo potrebbe opporsi.
In particolare, in relazione agli ultimi due aspetti, molto rilevanti per la tutela della salute, è necessario sottolineare un approccio non precauzionale del decreto interministeriale in corso di approvazione, in cui le valutazioni epidemiologiche sono subordinate al risk assessment e al superamento delle soglie previste dalla legge vigente per gli inquinanti normati, in palese contrasto con:
a) letteratura scientifica e raccomandazioni OMS che, anche di recente per il particolato aereo, ha suggerito come i valori soglia di legge non siano sufficienti a tutelare la salute,
b) conoscenze avanzate su valutazione di impatto ambientale sulla salute, avendo optato per un uso meccanicistico della procedura di risk assessment,
c) necessaria attenzione alla valutazione cumulativa del rischio anziché alla singola sostanza,
d) palese disattenzione alla prevenzione primaria da applicare quando le conoscenze sono sufficienti, com’è il caso di Taranto,
e) non rispetto del principio di precauzione.
In considerazione di quanto esposto, ISDE auspica che la proposta di legge attualmente all’esame del Senato possa essere efficacemente modificata al fine di consentire una adeguata tutela ambientale e sanitaria e il pieno rispetto dei diritti Costituzionali dei cittadini, che deve valere aTaranto e in tutti gli altri siti inquinati.
Roberto Romizi, Presidente ISDE Italia
Agostino Di Ciaula, Referente ISDE Puglia