L’Ilva e la rete per le olive – Quando si punta soprattutto al risparmio

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TARANTO – La parola “risparmio” sembra essere una vera e propria fissazione per l’Ilva. Un paio di anni fa, pare che i suoi dirigenti abbiano scosso la testa davanti ai preventivi presentati dalla Ecology Srl, azienda che ha l’esclusiva per la distribuzione dei “Fog cannon”, macchinari utilizzati per l’abbattimento delle polveri, prodotti dalla Hi Tech International.  “Il marchio registrato ‘Fog Cannon’ – in base a quanto riferito dalle due aziende –  è di esclusiva proprietà della società Hi Tech International”. Ma per l’Ilva, questi prodotti di qualità devono essere apparsi troppo costosi.

Qualche tempo dopo, però, il siderurgico ha deciso di applicare una delle prescrizioni previste dall’Autorizzazione Integrata Ambientale acquistando quelli che definisce “Fog cannon” da un’altra azienda: la Semat Spa.  Come mai questa scelta? Per una mera questione di cassa? A questo punto viene da chiedersi: quanto sono affidabili ed efficienti questi prodotti? Perché risultano tanto rumorosi da disturbare la quiete del quartiere “Tamburi”, già angosciato da altri veleni e molestie industriali?

Ma al risparmio, a quanto pare, si è andati anche per il famoso barrieramento, a ridosso del quartiere “Tamburi”. In questo caso, è sufficiente affidarsi alle immagini. Nella prima foto, gentilmente fornita da Francesco Settembre (http://www.impossibile.info), ammiriamo il “prodigio” installato dall’Ilva: una rete che sembra più destinata alla protezione di terreni agricoli che a  trattenere pericolose polveri inquinanti.

Non è un caso, infatti, che a fornire le reti all’Ilva sia stata l’Arrigoni Spa, un’industria tessile a ciclo integrato, che opera nell’ambito dell’agricoltura, del giardinaggio (proprio così!) e dell’edilizia. In un sito satellite a quello principale,  l’Arrigoni mette in mostra quanto realizzato per l’acciaieria tarantina: la barriera antipolvere. L’entusiasmo per l’opera compiuta emerge in queste righe: “Per tutti i lavoratori è stato motivo di orgoglio aver fabbricato un tessuto che ha contribuito a risolvere un grave problema d’inquinamento nella propria regione”. Magari fosse servito davvero. Saremmo stati i primi a gioire.

Di seguito, invece, pubblichiamo le foto delle reti  Dust Tex Net e un video che ne dimostra la maggiore efficacia. La differenza qualitativa balza subito all’occhio. Insomma, secondo gli addetti ai lavori, l’Ilva ha preferito ancora una volta salvaguardare le sue tasche invece di puntare sui migliori prodotti offerti dal mercato per tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini. Certo, stiamo parlando di piccoli interventi, gocce nell’oceano, al cospetto di un immenso parco minerali ancora scoperto, un’enorme macchia scura sulla coscienza di vertici aziendali e istituzioni. Ma è proprio dai dettagli che si misura il comportamento di uomini e aziende. E davanti a questi miseri stratagemmi, escogitati per salvare le apparenze e accompagnati da patetiche inaugurazioni, non possiamo far altro che mostrare tutta la nostra indignazione.

Alessandra Congedo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

httpv://www.youtube.com/watch?v=ahQS_OAGnE0&feature=youtu.be

A proposito di FOG CANNON

https://www.inchiostroverde.it/news/ilva-e-fog-cannon-due-aziende-si-tirano-fuori-dalle-responsabilita.html

 

 

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