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Ilva, anche il Wwf Taranto chiede revoca Aia

TARANTO – Tra le associazioni ambientaliste ascoltate oggi dalle delegazioni delle commissioni Ambiente e Industria c’era anche il Wwf Taranto, rappresentato dal presidente Fabio Millarte. Riportiamo di seguito il documento consegnato ai senatori.

Il Wwf Taranto Onlus ritiene incompatibile la presenza dell’Ilva con la città e la vita dei cittadini e degli operai che ci lavorano dentro, per questo chiediamo la revoca dell’Aia e la presa in carico delle responsabilità politiche che hanno consentito la continuazione della produzione anche in presenza di autorevoli studi, come ad esempio la studio S.E.N.T.I.E.R.I., e di tutte le indagini epidemiologiche condotte in questi anni, a riprova della pericolosità degli impianti, come contestato dalla perizia epidemiologica della Procura di Taranto. Il rapporto sentieri parla di: +20% di mortalità in più nel primo anno di vita, +419% per mesotelioma pleurico, +75% tumore al fegato, +43% linfoma di Hodgikn, +80% tumore dell’utero, +48% tumori ai polmoni, +100% tumore allo stomaco, +24% tumore alla mammella.

Non crediamo alla eco compatibilità dell’azienda perché troppo costosa e di difficile realizzazione. Ma, se questa azienda, per volontà del Governo, deve assolutamente esistere, deve essere senza l’area a caldo, suggeriamo, quindi, due strade, secondo noi percorribili, costruzione di nuovi forni Finex, La tecnologia FINEX prevede la produzione di acciaio inserendo direttamente minerale fine (non sinterizzato, cioè spezzettato) e carbon fossile non cokizzato in dei forni, da cui esce come prodotto finito sia acciaio che scoria (loppa). Riconcepire la produzione significa iniziare a costruire il primo forno FINEX dato che attualmente sono in marcia 2 altoforni, e non sono mai stati attivi tutti e cinque contemporaneamente, un forno FINEX può produrre 1,5 tonnellate all’anno è a un costo di costruzione di 1,8 miliardi di dollari, e la riduzione dei fattori inquinanti è di oltre il 90% rispetto ai “cicli integrali” concepiti come quello di Taranto! Ovviamente andrebbero coperti anche i parchi minerali oltre a ricoprire i nastri trasportatori!

In secondo caso, si potrebbe internazionalizzare la produzione, L’ilva ha 41 stabilimenti in tutto il mondo e 20 navi che potrebbero far arrivare a Taranto le brame già pronte per essere lavorate in una grande Area a Freddo e allontanando l’Area a caldo in un altro posto si potrebbe evitare la pericolosa esposizione agli inquinanti ai cittadini. Come vedete le soluzioni ci sono, basta prenderle seguendo il principio di tutela della vita umana.

Per quanto riguarda il procedimento di Commissariamento, intendiamo sottoporre alla vostra attenzione alcune considerazioni in merito all’intervento legislativo adottato dal governo per lo stabilimento Ilva di Taranto. Il Wwf visto l’emergenza sanitaria e ambientale nella quale versa la città, ritiene necessaria l’adozione di ogni intervento a tutela della salute e dell’ambiente e di tutti i necessari provvedimenti per bonificare gli impianti inquinanti.

A causa di queste considerazioni riteniamo che un aspetto critico di questo D.L. n 61 sia la tutela reale della salute della cittadinanza. In caso di emissioni diffuse e pericolose il comma 10 del Dl 61 dispone la mancata attribuzione di responsabilità penali al Commissario, se non in caso di grave dolo, e ci chiediamo come sarà quantificato questo grave dolo, secondo quale art. del Codice Penale, e in caso di dolo minore, Bondi è esente da responsabilità? E il getto di sostanze pericolose, come il Benzo(A)pirene, Diossine, Furani, come verrà considerato? Visto che questi fumi sono fortemente responsabili del disastro sanitario e ambientale. Chiediamo, quindi, fortemente, l’applicazione del principio di precauzione nella tutela della salute pubblica, a tal fine, riteniamo utile la riduzione della produzione per diminuire i carichi inquinanti al minimo.

Per quanto riguarda l’Aia chiediamo l’adozione di unità produttive nuove e fermo delle unità produttive troppo inquinanti. la somma stabilita di 1miliardo e 800 milioni di euro, è fortemente riduttiva rispetto alla somma determinata, attraverso degli esperti dalla procura, che è di 8 miliardi. questa discrepanza vuole sicuramente eliminare l’intervento più importante cioè la copertura dei parchi minerari, azione imprescindibile se si vuole veramente trovare una soluzione. I fog cannon, non rappresentano la soluzione, e sono oltretutto rumorosissimi, tanto che sono stati oggetto di diverse proteste da parte degli abitanti del quartiere tamburi. il rumore notturno è assordante e rischia di mettere a dura prova la pazienza dei cittadini.

La sostituzione degli impianti vetusti deve avvenire in ottemperanza al DL 59/2005, visto che siamo in presenza di gravi problemi sanitari. Chiediamo inoltre che sia riconsiderata l’attribuzione delle modifiche dell’Aia in modo unilaterale, da parte dei tre saggi preposti dalla legge che affianchino il Commissario ed il sub Commissario e chiediamo che la procedura di Aia sia discussa nelle sedi opportune garantendo la partecipazione degli Stakeholder, e di tutte le Istituzioni preposte dalla legge.

Il nostro impegno nei temi ambientali ha avuto come oggetto, la protezione della salute pubblica e il rispetto delle cose naturali. Taranto non ha un problema ambientale ma ha una emergenza sanitaria e sociale enorme. L’intervento della magistratura, supportato da gran parte della città, è un opportunità per Taranto, un occasione per cambiare la storia martoriata della nostra città. Viviamo in una realtà che presenta il 40% di disoccupazione, anche in presenza di impianti industriali enormi. vi vogliamo ricordare anche che i danni creati dalle emissioni dell’ilva hanno determinato l’abbattimento di migliaia di capi di bestiame contaminati dalla diossina, la distruzione di tutta la produzione dei mitili dal 2011 ad oggi, la rovina di tutte le attività imprenditoriali relativi al settore turistico e l’interdizione per 20 Km dell’esercizio delle attività agricole. Chiediamo, quindi, vista la difficile applicazione dell’Aia, per quanto blanda, un progetto di riconversione dell’azienda, chiediamo che questi soldi vengano spesi per riportare la città ad una condizione vivibile, altrimenti saranno ulteriori soldi spesi per non risolvere il problema.

Inoltre, chiediamo e supportiamo la rimozione del dott. Bondi e chiediamo la sostituzione con il dott. Vitaliano Esposito, perché, Bondi, non può rappresentare l’equilibrio delle parti. Con l’esclusione del Garante si perde una figura rappresentativa a garanzia del processo di trasparenza verso i cittadini. Il nodo sarà con chi ci relazioneremo noi? abbiamo bisogno di un soggetto terzo che conduca al rispetto delle norme, per questo riteniamo che la scelta di nominare un commissario straordinario prevista nel decreto legge, nella persona del dott. Enrico Bondi, è in conflitto con gli obiettivi del decreto 61. Vista la sua presenza nel CDA precedente, e che come abbiamo visto non è stato in grado di garantire l’applicazione dell’Aia e tale per cui siamo arrivati al commissariamento. Bandi fu scelto proprio dalla proprietà per sostenere il processo di ambientalizzazione, per cui riteniamo che non ci sia una discontinuità con la precedente amministrazione.

Discorso a parte va fatto per le discariche interne all’Ilva di cui 4 sequestrate e mai dissequestrate. Il procedimento Aia nelle varie stesure ha sempre rimosso questo problema e non è stata data nessuna autorizzazione . Infatti, Le Discariche Ilva Di Rifiuti Speciali Pericolosi E Non Pericolosi, Tutte Sul Nostro Territorio, Costituiscono Un Inferno Nell’inferno Che Continua Da Ben Cinquant’anni. Tale Sito Opera Da Sempre In Una Situazione Di Totale Anarchia E Violazione Di Tutte Le Prescrizioni Atte All’esercizio Di Una Discarica. Sono Ben  Quattro Le Aree Sequestrate Dal Noe, L’ultima Delle Quali Sequestrata Qualche Mese Fa; Le Stesse Non Sono Ne’ State Dissequestrate Ne’ State Bonificate.

In Quel Sito, Vorrei Ricordare, E’ Stato Smaltito Tutto L’amianto Rimosso Dai Reparti Ilva Dal ’92 In Poi Per Queste Ragioni Chiediamo Che Si Dia Inizio Ad Un’opera Di Bonifica Del Suolo E Di Messa In Sicurezza Della Falda, Ormai Fortemente Compromessa Dagli Inquinanti (Ad Affermarlo, Nello Studio Di Impatto Ambientale, La Stessa Ilva).

Rappresentanti della commissione del Senato italiano, vi saluto con uno slogan Taranto Libera. e non solo dai veleni ma soprattutto da una politica miope che non riesce a vedere il dramma e le soluzioni drastiche per la nostra città. Vi invito a visitare l’ospedale Moscati di Taranto ed il Policlinico di Bari per capire di cosa parliamo.

allego memoria del Consigliere Comunale Dante Capriulo:

1) L’attuale AIA rilasciata all’ILVA, che segue quella disastrosa rilasciata ad agosto 2011, riguarda solo un aspetto dell’inquinamento ambientale, cioè quello atmosferico. Il 31 maggio u.s. è scaduto il termine ultimo ( già prorogato, prima era il 31 gennaio 2013) per la definizione delle prescrizioni da inserire nell’AIA relativamente ad acque, prese e scarichi a mare, suolo, falde, discariche, bonifiche, e non ci risulta che siano state rese pubbliche le proposte del Gruppo istruttore IPPC, né che sia stata convocata una riunione per raccogliere le “osservazioni” del “pubblico interessato”.

2) l’ILVA ha eluso di fatto le più importanti e significative prescrizioni di un’AIA già parziale.
Ad esempio sui parchi minerali l’ILVA ha “bleffato” anche con lo stesso comune di Taranto, presentando un progetto di massima ma non dando poi seguito allo stesso, facendo decadere il procedimento amministrativo avviato

3) Per togliere a molti l’arma del ricatto occupazionale Taranto deve diventare l’incubatrice di un nuovo modo di fare sviluppo, alternativo alla grande industria, attraverso adeguati investimenti, sostegno normativo, formazione professionale (es. Porto Franco, sviluppo turistico, sostegno alla P.M.I., etc.), anche tenuto conto che nei prossimi l’Europa sta rivendendo le modalità di produzione d’acciaio così come sino ad oggi conosciuta, con riduzione dei volumi complessivi

4) Occorre porre in atto un piano di bonifiche serio e realmente realizzabile, individuare somme certe per le bonifiche, mettere in atto il piano di investimento, individuando le procedure comunitarie da adottare. Ricordando che si tratta di bonificare un’area industriale di 1.500 ettari, più tutto il terreno circostante

5) Bisogna denunciare che è oramai conclamata l’emergenza sanitaria nella nostra città, come drammaticamente certificato dalla prima pubblicazione, a Bari (come sempre!) il 3/6/2013, dei dati del registro tumori riferiti agli anni 2006,2007,2008. Dati che confermano quelli già certificati dalla Magistratura e quelli contenuti nello studio Sentieri. Attendiamo i dati degli altri anni ma temiamo che saranno peggiori.

E’ necessario perciò tutelare al massimo la salute della popolazione con interventi di prevenzione e facilità nelle cure. Dovrà essere applicata rapidamente e nella maniera più stringente possibile la Valutazione del Danno Sanitario (VDS) contenuta nella normativa regionale e nazionale;

6) Particolare attenzione e tutela deve essere posta nei confronti dei LAVORATORI che operano all’interno dello stabilimento ILVA: prime vittime e, anzi, due volte vittime dell’inquinamento.

7) Serve un garante per l’AIA figura diversa dal commissario . E non può essere una mera figura istituzionale, senza poteri e senza mezzi, ma deve essere resa operativa ed efficace, dotandola di veri poteri, mezzi e strumenti, affiancandolo dalla partecipazione attiva dei cittadini.

 

cordialmente

dott. Fabio Millarte

Presidente Wwf Taranto Onlus

 

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