Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera, inviata al ministro dell’Ambiente Andrea Orlando dall’associazione Impatto Zero Onlus.
Nel “chiarimento” il dr. Bondi spiega il contesto nel quale si è scatenata la bufera ed afferma:”In quel procedimento, avviato ben prima del commissariamento, è stato richiesto dalla Regione Puglia un parere all’Ilva su un’ipotesi di Valutazione del danno sanitario. L’Ilva ha affidato l’elaborazione di tale parere a quattro decenti universitari. Ho ritenuto doveroso inoltrare tale parere, nel testo che mi era stato trasmesso, come contributo al procedimento avviato dalla Regione Puglia: tale parere tecnico non ha ovviamente alcuna incidenza né sulle iniziative ambientali in corso, né sul piano di risanamento ambientale dell’Ilva che è in elaborazione e che terrà conto sia dei rischi ambientali che di quelli sanitari”.
Non entriamo nel merito delle questioni sanitarie che saranno trattate in altre sedi e con le necessarie competenze. A noi, da semplici cittadini, indigna la “sprovvedutezza politica e strategica” di un osannato manager, chiamato dal Governo a gestire un immenso problema strategico, sociale, economico e industriale quale è quello dell’Ilva di Taranto. A parer nostro, in un frangente delicatissimo, tale manager racconta “balle”, come si può rilevare dalle sue stesse parole e dalla sequenza temporale dei fatti.
La lettera di Ilva SpA a firma Enrico Bondi è datata 27 giugno 2013 e l’allegata relazione dei 4 periti è anch’essa datata 27 giugno 2013. Nel corpo della lettera Bondi scrive che la memoria tecnica dei periti è relativa al Rapporto sulla Valutazione del Danno Sanitario – VDS fatta da ARPA Puglia, rapporto ricevuto il 29 maggio 2013. Altri contesteranno con competenze specifiche la relazione che quasi ignora le 99 pagine della VDS effettuata per la prima volta in Italia da ARPA Puglia; noi poniamo l’attenzione sulla sequenza degli avvenimenti e sulla responsabilità personale del dr. Bondi in questo frangente.
Il 23 maggio 2013 c’è il decreto del G.i.p. concernente il sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente, per un importo di 8,1 miliardi di euro. Il 25 maggio 2013 Bondi si dimette con tutto il CdA di Ilva SpA con effetto dal 5 giugno 2013 quando è convocata l’Assemblea dei soci. Il 27 maggio 2013 ci sono le “dimissioni dei 30 capi Ilva”. Il 29 maggio 2013 ARPA Puglia presenta alla V Commissione ambiente della Regione Puglia il Rapporto sulla VDS di Ilva Taranto, rapporto che, lo ripetiamo, viene ricevuto da Ilva lo stesso 29 maggio. Il 4 giugno 2013 viene emanato il Decreto legge 261 sul commissariamento di Ilva SpA; il Governo nomina Commissario il dr. Enrico Bondi. In sintesi, il 29 maggio 2013, quando arriva il Rapporto di ARPA Puglia sulla VDS, in Ilva comanda Bondi in qualità di AD “dimissionario con effetto dal 5 giugno 2013”.
Dal 5 giugno 2013 in poi in Ilva comanda sempre Bondi in qualità di Commissario governativo. Allora il dr. Bondi deve dire chi, quando e come è stato formalizzato l’incarico ai 4 periti di redigere la relazione tecnica sul Rapporto di ARPA Puglia ricevuto da Ilva il 29 maggio 2013 come egli stesso ha scritto. Da notare che la relazione dei periti è datata 27 giugno 2013, lo stesso giorno in cui il dr. Bondi l’ha spedita ad ARPA Puglia sottolineandone i principali contenuti, come egli stesso scrive nella lettera, mentre nel successivo “chiarimento” vuol far credere che ha fatto solo il “passacarte” di cose vecchie. Sprovvedutezza o sfacciataggine? Comunque sia, come si può nutrire piena fiducia in una persona capace di queste sconsideratezze?
Oltre che ripensare a chi affidare il Commissariamento di Ilva, auspichiamo che Governo e Parlamento rivedano la posizione che si sta per assumere sull’abolizione del Garante dell’AIA in quanto i compiti di garanzia sarebbero assorbiti dallo stesso Commissario. Buon senso e rispetto civico vorrebbero, invece, che i due ruoli siano tenuti distinti: il Commissario gestisce lo stabilimento commissariato e risponde del suo operato al Governo; il Garante resta Garante, non Garante del Governo ma Garante della Legge, o meglio, Garante della Legge nei confronti della collettività'”.
Per l’Associazione Impatto Zero Onlus Raffaella Cavalchini e Biagio De Marzo
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