L’area del Parco Archeologico del quartiere Solito Corvisea si è sviluppata negli anni ’80 grazie alla nascita di cooperative che offrivano a giovani famiglie una casa a prezzi accessibili. Le prime famiglie si trasferirono nel quartiere senza che esso fosse dotato di nessun tipo di servizi, solo un’area di campagna, più o meno abbandonata. I residenti decisero allora di diventare i protagonisti attivi della crescita e trasformazione del loro quartiere che negli anni a venire fu dotato dei servizi necessari a far si che potesse diventare una delle aree più vivibili della città, pur conservando l’aspetto verde e periurbano.
Molti abitanti, per lo più genitori con figli piccoli o adolescenti, sul finire degli anni ’80 s’impegnarono in prima persona per creare spazi verdi e campetti semi-pubblici, auto-costruiti e auto-finanziati, dove far crescere e giocare i propri figli. Oggi quasi tutti gli spazi pubblici della città sono diventati privatie recintati e la logica dell’individualismo ha preso il sopravvento sull’idea di comunità.
In questo quadro solo il parco, grazie al suo vincolo archeologico, è rimasto uno spazio aperto e pubblico, ma dopo lo scempio dei progetti inaugurati e mai portati a termine negli anni del dissesto economico di Taranto, oggi l’area versa nuovamente in condizioni di degrado e abbandono, e nonostante le numerose richieste fatte, l’attuale Amministrazione Comunale non intende adoperarsi neanche per ripristinare le condizioni minime di vivibilità.
IO NON DELEGO, IO PARTECIPO!
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