Eni e cattivi odori, il dottor De Gennaro spiega il progetto “deterrente”
TARANTO – La protesta nei confronti del sindaco Stefàno e delle istituzioni ha messo – inevitabilmente – in secondo piano il progetto promosso da Arpa Puglia e Università di Bari per fronteggiare la problematica delle sostanze odorigene nella città ionica. Come anticipato in un altro articolo, l’intervento del dottor Gianluigi De Gennaro, nella sala conferenze dell’ex caserma Rossarol (ora sede universitaria), è stato interrotto dalle contestazioni dei presenti. Un’esasperazione comprensibile, quella dei tarantini, stanchi di parole, monitoraggi e sperimentazioni.
Poco prima, però, De Gennaro ci aveva spiegato il senso dell’iniziativa da lui curata. “Non esiste strumentazione più raffinata del naso umano, ecco perché abbiamo bisogno di circa trenta-quaranta volontari sparsi sul territorio, che potrebbero essere turnati nel tempo. Costoro, quando avvertiranno il cattivo odore, ci avviseranno con una telefonata e ci indicheranno il grado di percezione (basso, medio, alto). Noi attiveremo il sensore di un campionatore (la cui collocazione non è stata ancora decisa). Il campione prodotto sarà poi analizzato in laboratorio. Il nostro auspicio è di poter aumentare il numero dei campionatori a disposizione. Molto dipenderà dalla risposta che verrà dalla comunità ionica”.
In merito alle armi a disposizione per difendersi dalle molestie olfattive, anche in assenza di limiti di legge per l’idrogeno solforato, si è espresso il prof. Giorgio Assennato, direttore generale di Arpa Puglia. “Se c’è una situazione sanitaria legata a fastidi e ricoveri – ha detto Assennato – la Procura può identificare la sorgente che ha causato questi effetti. Il nostro obiettivo, comunque, è quello di evitare che ci siano ancora episodi di questo genere, anche attraverso azioni deterrenti sulle aziende – soprattutto la Raffineria – in modo che controllino meglio i processi produttivi e non causino più sofferenze alla popolazione”. Il progetto presentato oggi, quindi, vorrebbe far sentire il fiato sul collo alla Raffineria. L’obiettivo di Arpa è quello di individuare la famosa “pistola fumante”, in grado di inchiodare l’Eni alle sue responsabilità e fornire un assist prezioso alla Magistratura. Tra il pubblico, però, ha prevalso lo scetticismo. E mentre il dottor De Gennaro componeva il numero dedicato al monitoraggio dei cattivi odori per dimostrare come funziona, si è scatenata la forte reazione di quanti, a Taranto, pretendono soluzioni concrete e immediate.
Alessandra Congedo
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