La rabbia ancorata per giorni ad uno schermo tramite il social network “Facebook”, si materializza in un caldo pomeriggio di metà luglio, durante la presentazione di un progetto curato da Arpa Puglia e Università di Bari, denominato “Costruire con i tarantini comunità per fronteggiare le molestie olfattive”. Una sperimentazione, studiata dal dottor Gianluigi De Gennaro, che dovrebbe servire a monitorare i cattivi odori che ammorbano l’aria. Ed è la Raffineria Eni, ovviamente, l’osservata speciale (ne parliamo qui).
La comunità, però, non ne può più di belle parole. E questa volta, tra il pubblico, ci sono esponenti di quasi tutte le sigle ambientaliste della città, non solo chi – come Daniela Spera di Legamjonici e pochi altri – ha sempre contestato la Raffineria. Sin dal suo arrivo, intorno alle 16, Stefàno viene accolto dalla vibrante protesta di alcuni cittadini. La parola “dimissioni” risuona già nell’aria, ma è solo un assaggio di ciò che sta per avvenire. Dopo i saluti del prof. Antonio Felice Uricchio, direttore del Dipartimento Jonico in Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo, intervengono sia il sindaco che il direttore generale di Arpa Puglia Giorgio Assennato.
Il primo cittadino commenta la lettera del commissario straordinario dell’Ilva, Enrico Bondi (con relativo dossier che attribuisce al fumo di sigarette i tumori che colpiscono i tarantini) ed annuncia un incontro per domani nella sede della Asl con Arpa, Ispra e altri organi tecnici per contestare le farneticanti tesi illustrate dai consulenti del siderurgico. “Non saranno contestazioni emotive – dice Stefàno – ma contestazioni scientifiche”. Pronta la replica di alcuni cittadini: “E noi scientificamente… moriamo”. La tensione cresce. Poi prende la parola il dottor Assennato. L’Ilva torna protagonista. Il professore definisce “sguaiata” la risposta data dall’azienda al documento di Valutazione del Danno Sanitario elaborato da Arpa Puglia.
«Il procedimento amministrativo, però, procede – sottolinea Assennato – l’azienda ha presentato le sue osservazioni, in malo modo, ma le ha presentate. Ora tocca a noi completare il lavoro e fornire il documento alla Regione per i provvedimenti del caso. Non ci facciamo certo spaventare né dal tono scomposto dei consulenti, né dal tono di Bondi, il quale evidentemente si è confuso e non ha capito che quando ha mandato quella relazione non era più amministratore delegato dell’azienda, ma aveva cominciato a svolgere il ruolo pubblico di commissario. Doveva stare attento a non utilizzare i consulenti di Ilva Spa. Avrebbe potuto benissimo utilizzare il sub commissario Ronchi o aspettare gli esperti nominati ieri dal ministro Orlando. Il suo è stato un errore gravissimo. Spero che ritiri quel documento”.
Poi tocca al prof. De Gennaro spiegare il progetto per il monitoraggio delle molestie olfattive. Il suo entusiasmo per l’iniziativa deve scontrarsi, però, con l’esasperazione di chi esige risposte immediate e concrete al problema dei cattivi odori che rendono l’aria irrespirabile. “Basta monitoraggi e sperimentazioni – chiedono i cittadini – quella puzza non deve tormentarci più”. Davanti a questa (comprensibile) insofferenza, De Gennaro interrompe il suo intervento.
Il clima è sempre più rovente. La contestazione si concentra soprattutto su Stefàno e sulle sue “latitanze”: “Basta con le pagliacciate”, “Via da Taranto”, “Dimettiti”. Al sindaco non resta che una decisione: andare via, scortato dagli agenti della Digos. Alcuni cittadini lo seguono fino all’uscita della sede universitaria. Intanto, nella sala conferenze non c’è più traccia della presentazione del progetto. L’incontro istituzionale si è trasformato in un’animata assemblea pubblica dove ognuno sente il bisogno di dire la sua. Com’è giusto che sia.
Alessandra Congedo
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