TARANTO – La Federazione provinciale del Partito della Rifondazione Comunista ha inoltrato una lettera al direttore generale dell’Asl, dottor Scattaglia, all’assessore regionale al Welfare Gentile, e al presidente della Regione Vendola, in merito al declassamento del reparto cardiologia dell’ospedale Moscati. La riportiamo integralmente.
Recentemente la direzione della ASL di Taranto ha deciso il declassamento del reparto di cardiologia dell’ospedale Moscati da “struttura complessa” a “struttura semplice”. In breve, significa che il reparto perderà il suo primario, sarà subordinato allo stesso reparto del SS. Annunziata e ciò rischia di provocare un suo smembramento e una diaspora delle professionalità in esso operanti. La cosa è tanto più grave in quanto la cardiologia del Moscati ha più volte ricevuto attestati di merito: è l’unico reparto della ASL di Taranto ad aver ricevuto la certificazione di qualità ISO 9001/2008. Da ultimo, nel 2011 l’allora assessore regionale alla Sanità, Tommaso Fiore, riconobbe la strategicità del presidio.
Infatti esso si inserisce nel più complesso polo oncologico costituito dal Moscati: un polo la cui importanza è fin troppo evidente alla luce della situazione di emergenza sanitaria in cui versano Taranto e il territorio circostante. Appare dunque assurda la decisione presa dalla ASL, considerato che, come più volte ribadito dal vertice ARPA, il picco di malattie cardiovascolari e tumorali legate all’inquinamento nella nostra provincia sarà raggiunto proprio nei prossimi anni. D’altra parte, lo stesso Moscati serve proprio le aree del territorio maggiormente esposte alle conseguenze sanitarie dell’inquinamento: Tamburi, Statte e Paolo VI.
Il Partito della Rifondazione Comunista chiede pertanto al direttore generale della ASL di Taranto e all’assessore regionale competente che si torni su questa decisione, al fine di preservare l’unità di lavoro attualmente impiegata nella cardiologia del Moscati. L’eventuale dispersione di professionalità, attraverso il distacco del primario e di altri componenti dell’equipe ad altra sede, rappresenterebbe infatti un rischio di degradazione del reparto stesso, con evidenti danni alla qualità dei servizi offerti. Un pericolo che una realtà ad elevato rischio sanitario come la nostra non può correre.
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