Decreto Ilva oggi alla Camera
TARANTO – Arriva quest’oggi in aula alla Camera il decreto legge 61 del 4 giugno sulle “Nuove disposizioni urgenti a tutela dell’ambiente, della salute e del lavoro nell’esercizio di imprese di interesse strategico nazionale”, meglio conosciuto come il ‘salva Ilva bis’. E non potrebbe essere altrimenti visto che é il decreto con il quale il Consiglio dei ministri ha, di fatto, disposto il commissariamento dell’Ilva dopo che nel corso Cda dell’azienda del 25 maggio scorso annunciarono le dimissioni l’ex ad Enrico Bondi, il presidente Bruno Ferrante ed il consigliere De Iure. Lasciando di fatto intendere che senza l’intervento del governo Letta, l’azienda rischiava di andare alla deriva, privando il sistema economico di un’azienda “fondamentale” per il settore siderurgico e manifatturiero italiano.
L’ennesimo atto di terrorismo sociale da parte dell’azienda, che guarda caso arrivò all’indomani del provvedimento del gip di Taranto, Patrizia Todisco, che il 24 maggio ordinò il sequestro preventivo per equivalente di beni, pari a 8 miliardi e 100 milioni di euro, dei beni e dei conti della capogruppo Riva FIRE, che a sua volta controlla il 36% delle azioni dell’Ilva Spa. La mossa del Cda fu puramente strumentale, visto che nel testo dell’ordinanza del gip veniva chiaramente specificato come il sequestro preventivo non avrebbe colpito gli impianti dell’Ilva utili al proseguo dell’attività produttiva, garantita dalla legge ‘salva Ilva” 231 del dicembre 2012, giudicata legittima dal punto di vista costituzionale dalla Consulta lo scorso 9 aprile.
Un decreto “ad aziendam”
L’esame del decreto è cominciato nelle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, in seduta congiunta, lo scorso 11 giugno con una serie di audizioni e si è concluso soltanto giovedì scorso. Relatori del provvedimento sono i deputati Enrico Borghi del Pd, per la commissione Ambiente, e Raffaele Fitto del Pdl, per la commissione Attività produttive. Nelle previsioni il decreto dovrebbe essere approvato dall’Aula martedì per poi passare al Senato.
Come abbiamo avuto modo di informare la scorsa settimana su queste colonne, il testo originario è stato rivisto sotto diversi aspetti. Ad esempio è stato portato da 200 a 1.000 il numero minimo di lavoratori dell’impresa (compresi quelli in cassa integrazione) per la quale si potrà disporre il commissariamento e che la stessa “gestisca almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale”. Come si ricorderà, sin dallo scorso 4 giugno arrivarono forti pressioni sia da parte del Pdl che di Confindustria, contro il numero troppo esiguo di lavoratori assunti perché un’azienda rischiasse di essere commissariata una volta rilevate le inadempienze in temi ambientali.
Poi, è stato deciso che il commissariamento potrà essere disposto “nei confronti dell’impresa ovvero, previa offerta di idonee garanzie patrimoniali o finanziarie, nei confronti dello specifico ramo d’azienda o stabilimento” dopo aver accertato “l’inosservanza delle prescrizioni contenute nell’AIA”. Stante il ritardo dell’azienda accertato dai tecnici dell’ISPRA e di ARPA Puglia nell’attuazione di diverse prescrizioni, non è dato sapere al momento in cosa possa consistere l’offerta di idonee garanzie patrimoniali o finanziarie che il commissario straordinario Enrico Bondi presenterà al governo, visto e considerato che l’Ilva Spa non dispone affatto di ingenti risorse finanziarie né di chissà quale patrimonio, se non l’azienda stessa, tale da giustificare questa specie di baratto legislativo. Ma quest’aggiunta va proprio nella direzione del lavoro che farà Bondi e che è già stato realizzato in gran parte dalla famiglia Riva: nei prossimi giorni vi spiegheremo il perché.
Inoltre, è stata soppressa la figura del Garante dell’AIA, Vitaliano Esposito. La figura istituita per la “rigorosa” applicazione dell’Autorizzazione integrata ambientale, introdotta dal Governo Monti lo scorso anno col decreto 207 del 3 dicembre poi convertito nella legge 231/0212 detta ‘Salva Ilva’, “cessa lo svolgimento delle sue funzioni” con l’approvazione del disegno di legge di conversione del decreto legge Ilva. A stabilirlo un subemendamento al testo presentato dai relatori, Raffaele Fitto (Pdl) e Enrico Borghi (Pd), approvato mercoledì dalle commissioni Ambiente Ll.Pp e Attività produttive.
Il subemendamento prevede infatti che sarà lo stesso commissario straordinario dell’Ilva, Enrico Bondi, “in accordo con la Regione e gli Enti locali interessati”, a promuovere le iniziative di informazione e consultazione finalizzate ad assicurare la massima trasparenza ai cittadini sulle procedure adottate nelle operazioni di bonifica e recupero ambientale previste dalla legge. Lo stesso Esposito, del resto, durante la sua audizione presso le commissioni Ambiente Lavori pubblici e Attività produttive della Camera, dichiarò testualmente che al momento “non è chiaro chi è chiamato a valutare” anche solo una semplice richiesta di modifica “non sostanziale” dell’azienda su una o più prescrizioni previste dall’AIA.
In pratica Bondi, oltre ad essere il commissario dell’Ilva che dovrà garantire il regolare svolgimento dell’attività produttiva e da essa trarre le risorse finanziarie per l’applicazione dell’AIA, nello stesso tempo dovrà essere il garante dell’azienda che amministra sulla regolare attuazione delle prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale. Un mostruoso conflitto d’interessi politico-economico, che però non ha destato preoccupazione nella quasi totalità dei nostri politici. I quali sia in Parlamento che in Consiglio comunale hanno sostenuto la “brillante” tesi secondo cui se Bondi rispetterà la legge, per loro non ci saranno problemi. Del resto, per quale motivo un manager da sempre chiamato alla guida di aziende in difficoltà economiche a risanare i propri debiti, a scorporare, vendere o cessare attività, per giunta nominato lo scorso aprile dalla famiglia Riva come ad dell’Ilva, che ha firmato l’istanza con cui si chiede al gip di dissequestrare le somme liquide, dovrebbe fare soltanto gli interessi della famiglia Riva?
Inoltre, il piano di lavoro che sarà redatto dal “sub commissario” Edoardo Ronchi, che andrà ad affiancare il commissario straordinario, e dal comitato di “tre esperti” che come denunciato sin dal primo momento su queste colonne avrebbe avuto il potere di arrivare a modificare la stessa AIA, pare avrà il compito di consentire una modifica “limitatamente alla modulazione dei tempi di attuazione delle relative prescrizioni”. In pratica ciò che è previsto già dal testo del riesame della stessa AIA rilasciata dal ministero dell’Ambiente all’Ilva lo scorso 26 ottobre.
Inoltre, è stato recepito il parere della commissione Bilancio che ha chiesto il rigoroso rispetto dell’articolo 81 della Costituzione (che riguarda il pareggio di bilancio dello Stato): il relatore Borghi ha infatti precisato nei giorni scorsi che gli oneri del decreto saranno “tutti a carico dell’azienda”. Ma che ciò avverrà è tutto da dimostrare. La seconda condizione è stata invece posta dalla commissione Affari sociali, che ha chiesto nell’intero iter il coinvolgimento del ministero della Salute: ma a tutt’oggi non è dato sapere in cosa consista questo coinvolgimento.
Sulle altre osservazioni in generale, e in particolare della commissione Giustizia, Fitto e Borghi hanno dato la disponibilità a continuare il “ragionamento” e “rimandato le valutazioni” in Aula “per dare a tutti la possibilità di approfondire i temi”.Ad esempio, sarà importante capire se nel decreto sarà inserita una deroga del patto di stabilità sui 119 milioni di euro per la bonifica dell’area di Taranto: argomento sui cui l’esecutivo si è riservato un apprfondimento. Ricordiamo infatti che, come denunciato sin da subito su queste colonne (e dal sito www.inchiostroverde.it), le somme stanziate dalla Regione Puglia per gli interventi su Tamburi, zona industriale di Statte e primo seno del Mar Piccolo, sono al momento bloccati perché vincolati al patto di stabilità. I lavori partiranno alle12 e potranno essere seguiti in diretta tramite la web tv della Camera (http://webtv.camera.it/portal/portal/default/default). Buona visione a tutti.
Gianmario Leone (TarantoOggi, 08.07.2013)