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Uno per tutti, tutti per l’Aia – L’allegra brigata del Consiglio Comunale

TARANTO – Probabilmente non ci faremo mai l’abitudine. Ma assistere al Consiglio Comunale di Taranto genera ogni volta in noi, un profondo sconforto. Soprattutto quando vengono toccati temi di rilevanza strategica per il futuro di questa città. Ieri, dopo oltre tre ore in cui si è discusso di Regionale 8 e dell’atavico problema abitativo sulle assegnazioni delle abitazioni agli assegnatari che puntualmente trovano negli appartamenti a loro destinati intere famiglie di abusivi, arriva il momento della discussione dell’ordine del giorno presentato dalla maggioranza, sul decreto legge 61 del 4 giugno.

Per l’intera durata della discussione, protrattasi per quasi due ore, più di qualche consigliere decide di andar via o di abbandonare il proprio posto, con il numero legale costantemente sul filo del rasoio. Altri, evidentemente preoccupati dall’orario, fanno segnali inequivocabili sul fatto che si stia facendo troppo tardi: l’appetito è decisamente più importante che discutere del problema ambientale dell’Ilva. A far da cornice a tutto questo, il solito inspiegabile deserto nella zona dedicata al pubblico, ovvero ai cittadini.

La nostra, lo ribadiamo ancora una volta, è una critica politica verso un’assenza per noi inspiegabile da parte delle tante associazioni ambientaliste e dei tanti comitati cittadini presenti in città. Una scelta, quella di disertare i Consigli comunali così come le Commissioni Ambiente, che continuiamo a non capire. Che senso ha criticare ogni giorno un’intera classe politica per le sue inadempienze o ignoranze varie, per poi puntualmente lasciarle campo libero nei momenti in cui la partecipazione attiva dei cittadini dovrebbe essere un obbligo morale ed etico, davvero non riusciamo a comprenderlo.

Ciò detto, è davvero impressionante ascoltare l’intera maggioranza dell’assise cittadina, schierarsi compatta a difesa dell’Autorizzazione integrata ambientale così come del decreto legge dello scorso 4 giugno. Sostenendo la tesi che essa è assolutamente stringente nei confronti dell’Ilva oltre che fondamentale nella difesa della tutela dell’ambiente, della salute e del diritto al lavoro. Sarà che per i nostri consiglieri comunali le tante inadempienze dell’Ilva nell’ottemperare le prescrizioni previste dall’AIA, siano un qualcosa di scontato. Parlano per slogan, citando il famoso “chi inquina paga”, quando dovrebbero sapere che il gruppo Riva non scucirà un euro per i lavori di risanamento degli impianti dell’area a caldo, visto che lo stesso decreto prevede che per le attività di bonifica dovranno essere utilizzate le risorse finanziarie derivanti dalla sola attività produttiva del siderurgico, peraltro commissariato.

Parlano di copertura dei parchi minerali, ignorando che lo stesso Comune ha bocciato la documentazione presentata dall’azienda perché clamorosamente deficitaria da ogni punto di vista. Parlano di bonifiche ignorando che i fondi stanziati nel protocollo d’intesa dello scorso 26 luglio siano bloccati dal Patto di stabilità della Regione Puglia, e che comunque gli stessi siano tutti soldi pubblici, non certo risorse del patrimonio del gruppo Riva. Sostengono che il commissario nominato dal governo, quell’Enrico Bondi nominato dal gruppo Riva ad dell’Ilva nello scorso aprile e che il decreto legge del 4 giugno esenta peraltro da ogni risvolto penale nel corso della sua attività, sia il migliore possibile e che per questo ce lo dobbiamo tenere.

Sostengono che per loro la salute è al primo posto e che proprio per questo l’AIA è la stella polare da seguire. Ignorando che l’ISDE ha dichiarato come anche la totale e rigorosa applicazione della stessa, continuerà a rendere negoziabile la salute dei tarantini. Che almeno 12.000 di essi ogni anno rischieranno, ad AIA attuata, di ammalarsi a causa dell’inquinamento prodotto dalle emissioni dell’Ilva (e la stima è calcolata per difetto). Difendono il lavoro sin qui svolto dal Comune e della Regione Puglia, ignorando che l’ARPA Puglia, nella prima relazione sulla Valutazione del Danno Sanitario, ha dichiarato che ad AIA attuata il rischio cancerogeno per la popolazione dei quartieri più vicini al siderurgico, si ridurrà del 50%.

E quando il consigliere Angelo Bonelli termina il suo discorso, l’unico insieme a Dante Capriulo a provare a far tornare sulla terra l’intero consiglio comunale, l’unica cosa che sanno fare è, come fossimo alle scuole elementari, rinfacciargli il suo passato nell’ultimo governo Prodi (2006-2008), ricordando che l’allora ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio dei Verdi, certamente non ha fatto meglio di chi poi lo ha succeduto. Contenuti, sotto zero. Serietà e competenza, zero spaccato. Questa è l’amministrazione che abbiamo. E che, in fondo in fondo, per tanti motivi, ci meritiamo.

Gianmario Leone (TarantoOggi, 03.07.2013)

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