La dismissione dei beni demaniali rappresenta un’occasione unica per ripensare la città, ma il rischio è che si perseveri negli errori del passato. Per questo alle 18,30 muoveremo in bicicletta dai giardini Totò De Curtis, in via Blandamura, per arrivare ai Baraccamenti alle 19 per una critical mass di sensibilizzazione su questo importante argomento.
Entro fine giugno il Comune dovrà presentare il piano di fattibilità per le aree in fase di acquisizione, pena la restituzione delle stesse al Demanio. Successivamente si progetterà sulla base delle destinazioni pensate.
Per questo oggi si presenta l’imperdibile occasione di ridiscutere sul futuro di una parte della città da sempre militarizzata e della sua immagine complessiva.
Tengono ancora banco le proposte di sempre, con in testa la costruzione di nuovi parcheggi nel Borgo cittadino, considerata come l’unica soluzione per risollevare le sorti delle agonizzanti attività commerciali. La mancanza di fondi, poi, costringerà all’uso dello strumento del project financing, col pericolo di speculazioni che allontanerebbero le aree dal loro utilizzo sociale. Una visione miope e pretestuosa.
E’ questa la soluzione per favorire la rinascita commerciale, economica e sociale della città?
Certo che no. Il problema del commercio tarantino e dello svuotamento del Borgo ha radici profonde:
– la presenza di parcheggi a pagamento dai costi sproporzionati, soprattutto nel contesto di una
realtà economica come quella tarantina
– il malfunzionamento dei trasporti pubblici, che non facilita, anzi, scoraggia l’utilizzo dei mezzi
– politiche che hanno favorito la nascita di centri commerciali all’ingresso della città
– assenza di centri di aggregazione sociale e culturale
– assenza di politiche per la mobilità sostenibile
E’ ora di porre fine alla sinfonia stonata che ripete ossessivamente che più auto e più parcheggi facciano il bene del commercio e del centro.
Come è stato ampiamente dimostrato fino a oggi, scelte improvvisate dettate dalla fretta, senza la necessaria attenzione, possono solo chiudere momentaneamente la falla.
Le opportunità di creare nuove infrastrutture sociali, culturali e universitarie, promuovere la mobilità sostenibile e aumentare la qualità della vita invece, sono sicuramente un’alternativa che non possiamo lasciarci sfuggire e che ripopolerebbe il Borgo umbertino, rendendo più attrattiva la nostra città.
Altre realtà nazionali hanno dimostrato come l’ unione tra le nuove forme di organizzazione economica e culturale garantiscano un progresso costante e duraturo. E’ di fondamentale importanza che in questa nuova fase propositiva si dia spazio a nuove e radicali idee alternative, che soddisfino il bisogno sempre crescente di rinnovamento.
COSA PROPONGONO LORO
COSA PROPONIAMO NOI
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