Impatti sanitari del carbone: nuovo rapporto di Greenpeace

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I fumi emessi dalle ciminiere delle centrali elettriche a carbone, in Europa, uccidono più di due persone l’ora. È questo il dato più allarmante del rapporto “Silent Killers”, presentato da Greenpeace. Lo studio, basato su una ricerca condotta dall’Università di Stoccarda, evidenzia gli impatti sanitari dell’inquinamento prodotto dalla combustione del carbone nei Paesi dell’UE: 22.300 morti premature – su base annua – equivalenti alla perdita di 240.000 anni di vita. I fumi delle centrali censite nella ricerca determinano inoltre la perdita annua di 5 milioni di giornate lavorative.

Greenpeace chiede all’Unione Europea di fissare nuovi obiettivi vincolanti di sviluppo delle rinnovabili (45%), di abbattimento dei gas serra (55%) e di efficienza energetica per il 2030. E di porre fine all’”età del carbone” al più tardi entro il 2040. Gli scenari energetici di Greenpeace (già adottati dall’IPCC) dimostrano come, per garantire i fabbisogni energetici europei, non serva costruire nuove centrali a carbone. Piuttosto, con lo sviluppo delle fonti rinnovabili e il risparmio energetico garantito da serie misure di efficientamento, è possibile cominciare sin d’ora a chiudere le centrali a carbone più vecchie e inquinanti. Questa prospettiva è stata confermata perfino dall’IEA (International Energy Agency), che chiede all’Europa di iniziare presto il phase-out del carbone.

Info: www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2013/clima/Killer_silenziosi.pdf;

www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2013/clima/Killer_silenziosi_infografica.pdf;www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2013/clima/carbone-scheda-numeri-giugno-13.pdf;andrea.boraschi@greenpeace.org

 

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