“Veleno”: l’antidoto è il coraggio

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Quando ho iniziato a leggere “Veleno” di Cristina Zagaria era giovedì sera, giorno stesso in cui ho partecipato alla sua presentazione in una libreria di Taranto. Sono le 21.30 di questa strana domenica, una di quelle domeniche in cui il sole è lì, da qualche parte, ma sembra non riuscire a liberarsi delle nuvole. Ho appena finito, avida, l’ultima riga dei ringraziamenti di un libro scritto da una tarantina per far conoscere Taranto a chi della realtà jonica conosce poco o nulla. Ebbene questa non è una recensione e non ha nessuna velleità di esserlo, ma questo è un libro che ogni tarantino, oltre che ogni italiano, dovrebbe leggere.

Ogni pagina, ogni parola è verità. E’ “veleno”, per chi è cresciuto all’ombra di 256 camini forse non sapendo fino in fondo quella che cosa è stata, è Ilva. Lavoro si. Ma a che prezzo? E’ la continua ricerca dell’antidoto, “perché per ogni veleno c’è un antidoto”, il filo conduttore di questo romanzo che ha come protagonista la determinata e coraggiosa farmacista Daniela Spera, un destino nel cognome, tornata nella sua città d’origine per iniziare un nuovo capitolo della sua vita professionale ma che immediatamente si troverà in prima linea in una battaglia che mai nessuno a Taranto aveva mai osato tradurre in realtà.

Storie vere, storie di malattie, storie di un lavoro che uccide ma del quale non puoi fare a meno. Ma anche e soprattutto storie di coraggio che infondono, pagina dopo pagina, voglia di lottare, di non arrendersi ad un destino che sembra voglia toglierti, con ogni mezzo, qualsiasi alternativa e qualsiasi speranza. L’antidoto è non avere paura. Non avere paura di lottare per la propria terra, per il diritto alla vita, per il diritto ad un lavoro che non sia morte, né per se stessi né per i propri cari. Perché questa nuova consapevolezza, è nata ed è sempre più radicata grazie alla verità. Perché, come disse Aldo Moro, “la verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi”.

Valentina Pellegrino per InchiostroVerde

 

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