Ilva, Vaccarella: il circolo inguaia i metalmeccanici (Il Manifesto)
TARANTO – Il “fragoroso silenzio”, frase con cui il procuratore generale di Lecce Giuseppe Vignola ha descritto l’atteggiamento dei sindacati nei confronti della gestione dell’Ilva da parte del gruppo Riva dal ’95 ad oggi, potrebbe trovare una delle sue ragioni nella storia della “Fondazione Vivere Solidale Circolo Vaccarella”, che si occupa delle attività del dopolavoro degli operai Ilva. La gestione del circolo fu affidata a Fiom, Fim e Uilm con un accordo del 7 febbraio 1996: firmatari dell’intesa oltre alla Ilva Laminati Piani Spa, i tre segretari generali Gianni Florido per la Fim (il presidente della Provincia di Taranto arrestato la scorsa settimana nell’ambito dell’inchiesta “Ambiente Svenduto”), Alfonso Galeano per la Uilm e Franco la Cava per la Fiom.
Il contributo economico fornito ai sindacati dall’Ilva negli anni, è esorbitante: 6 miliardi delle vecchie lire dal ’96 al 2000, e 400.000 euro dal 2001 al 2013, per un totale di 9 milioni di euro. I sindacati assunsero la gestione di questa attività, costituendo un’associazione giuridicamente riconosciuta, dotata di autonomia patrimoniale ed amministrativa tra i dipendenti e gli ex dipendenti dell’azienda. Poi, martedì scorso, all’improvviso e contestualmente, Fiom e Fim hanno annunciato la decisione di autosospendersi dal Cda, operazione contestata dalla Uilm. Da tempo infatti, sulla gestione del circolo si sono accesi i fari della Guardia di Finanza, che già nel 2006 aveva accertato che nonostante la qualità di Onlus, questo intraprendeva vere e proprie attività commerciali a scopo lucrativo.
E proprio sulle vicende del circolo Vaccarella ha tenuto una conferenza stampa sabato il comitato cittadino “Liberi e Pensanti”. “Dal ‘96 ad oggi – ha dichiarato Massimo Battista, operaio Ilva ed ex delagato Fiom, coadiuvato dall’avvocato Francesco Nevoli – l’Ilva ha elargito soldi che sarebbero dovuti confluire nel salario accessorio dei dipendenti: eppure non risulta alcun operaio che abbia mai percepito tali cifre”. Il comitato nell’ottobre scorso ha presentato un esposto alla Guardia di Finanza correlato dalla documentazione necessaria: su tutte la misura camerale della fondazione Vivere Solidale che, in quanto Onlus, non avrebbe dovuto svolgere attività commerciali a scopo di lucro.
Nello statuto del Circolo Masseria Vaccarella infatti, datato 26 febbraio 2003, fu stabilito che il circolo non persegue scopo di lucro, promuove ed attua iniziative culturali, formative, artistiche sportive nello scopo della mutualità e della cooperazione tra i soci. “L’associazione – denuncia il comitato – risulta inattiva nel registro delle imprese della Camera di Commercio: la firma della sua rappresentanza legale spetta al Presidente e ai due vicepresidenti, cioè i responsabili locali delle organizzazioni sindacali metalmeccanici: attualmente le cariche sono ricoperte da Donato Stefanelli (Fiom) nel ruolo di Presidente di amministrazione, Antonio Talò (Uilm) e Giuseppe Lazzaro (Fim) come vicepresidenti.
Le iscrizioni alle cariche risalgono al 14 marzo scorso, nonostante i proclami d’abbandono espressi dalla Fiom (proprio da Stefanelli nell’agosto e nel dicembre del 2012)”. In più risultano diversi servizi offerti ad esterni al circolo. Inoltre, guardando alle uscite mensili del circolo, si è portati a pensare che al Vaccarella vi fosse gente stipendiata. Certamente nelle prossime ora se ne saprà di più, visto che da tempo corrono voci di nuovi provvedimenti in arrivo per l’inchiesta “Ambiente Svenduto” proprio verso i sindacati.
Gianmario Leone (Il Manifesto)
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