Ilva, Peacelink e Fondo Antidiossina : “No al panico alimentato dai media”

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TARANTO – Le immagini dell’impressionante nube rossa che stamattina si è sollevata dallo stabilimento Ilva non sono arrivate solo al garante per l’Aia Vitaliano Esposito (che le ha girate ad Ispra ed Arpa). Fabio Matacchiera (Fondo Antidiossina onlus) e Alessandro Marescotti (Peacelink) le hanno inviate anche alla Commissione Europea. Proprio a Bruxelles, nei giorni scorsi, i due ambientalisti ionici si sono recati per sottolineare e documentare i gravi ritardi nell’attuazione dell’Aia. Documentazione è stata inviata anche in merito ai recenti sequestri disposti dalle Procure di Taranto e Milano.

Di ciò si è parlato nel corso di una conferenza stampa tenuta nel pomeriggio. Inoltre, si è fatto il punto sull’incontro avuto con il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, al quale sono stati segnalati 35 ritardi da parte dell’Ilva nell’ambito dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Non è mancato un cenno  al panico che il mondo politico sta alimentando rispetto agli ultimi sviluppi della vicenda Ilva. Chiaro il riferimento alla cifra sparata dai media nazionali: 40mila persone che resterebbero senza lavoro nell’eventualità di una  chiusura dell’Ilva. Un’esagerazione voluta (e propagandata) che produce solo disorientamento nell’opinione pubblica.

Poi,  un passaggio sulla magistratura – “speranza di legalità” – da rispettare e sostenere. “Mentre i politici sono apparsi tristi dopo il  sequestro – ha commentato Matacchiera –  noi siamo invece contenti. Quando i soldi a fine processo e in caso di condanna saranno disponibili, dovranno essere utilizzati per la città, per le bonifiche. Se loro dicono che la siderurgia è strategica per il Paese, noi rispondiamo che altrettanto strategica è la salute, di tutti”. Infine, si è parlato delle dimissioni del Cda Ilva, ultimo scossone di un terremoto senza fine.  “Sembra che  Ferrante e Bondi abbiano gettato la spugna. Noi invece siamo ancora qua”, è stato il commento di Marescotti.

 

 

 

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