Ilva, i Riva nella tempesta: sequestrata somma di 1,2 miliardi
L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco e dai pm Stefano Civardi e Mauro Clerici, nasce da una segnalazione della Gdf riguardo anomalie sullo scudo fiscale effettuato nel 2009 dalla famiglia Riva per far rientrare in Italia 1,2 miliardi di euro. Il denaro era custodito in otto trust, gestiti da una fiduciaria svizzera, nel paradiso fiscale di Jersey, dopo essere passato per il Lussemburgo e dopo essere uscito dalle casse dell’Ilva, attraverso operazioni finanziarie – soprattutto compravendita di titoli e realizzazione di plusvalenze – portate avanti in un decennio, tra il ’96 e il 2006. In particolare, i Riva, attraverso complesse operazioni societarie su partecipazioni detenute da societa’ di diritto olandese e lussemburghese, avrebbero fatto confluire nei trust accesi a Jersey soldi frutto ”di molteplici delitti di appropriazione indebita aggravata – come spiega la Gdf – in danno delle varie societa’ del Gruppo industriale di riferimento, frode fiscale, infedelta’ patrimoniale e false comunicazioni sociali”.
Nell’inchiesta, condotta dal nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano, Emilio Riva, 86 anni e gia’ agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta per disastro ambientale della procura di Taranto, risponde, assieme al fratello Adriano, di truffa ai danni dello Stato e intestazione fittizia di beni, mentre due professionisti sono indagati per riciclaggio (e verifiche sono in corso su altri soggetti). Secondo l’accusa, i fratelli Riva avrebbero messo in atto operazioni irregolari per realizzare lo scudo fiscale e far rientrare i soldi in Italia, ingannando e truffando cosi’ lo Stato. Emilio Riva, tra l’altro, e’ gia’ indagato, assieme ad alcuni manager, dalla Procura di Milano, in un’inchiesta chiusa nei mesi scorsi, per una frode fiscale da oltre 50 milioni di euro, in relazione una complessa serie di operazioni con base all’estero, realizzate nel 2007 (Ansa).