Caso Taranto, il no di alcune associazioni al ministro Orlando: “Venga qui”
TARANTO – Il neo ministro dell’Ambiente deve venire a Taranto per toccare con mano l’emergenza della città ionica. Non può pretendere che siano gli ambientalisti a muoversi fino a Roma per incontrarlo. E’ questo il messaggio che viene fuori dai comunicati stampa inviati da due associazioni che hanno declinato l’invito di Orlando per oggi pomeriggio nella Capitale.
«Nella convinzione che le decisioni vadano prese a Taranto e non più calate dall’alto – fanno sapere da Taranto Lider – chiediamo al ministro, che ieri era a Bisceglie per la campagna elettorale, di scendere fino a Taranto, considerato che è il suo mestiere e che il nostro è volontariato. Se davvero il ministro ha interesse a conoscere la situazione di Taranto ed il parere di tutte le realtà associative che sulla vicenda si sono spese e si spendono ancora oggi, ne dia dimostrazione venendo qui, non fosse altro che per vedere coi propri occhi».
Dello stesso avviso anche il comitato Donne per Taranto: «Convocate a Roma per lunedì prossimo attraverso un’informale telefonata giunta nel pomeriggio di giovedì 16 maggio dalla segreteria del ministro dell’Ambiente, restiamo perplesse sulla solita strategia di voler prendere decisioni che riguardano Taranto a Roma – scrivono in una nota stampa – il Comitato Donne per Taranto declina l’invito per un motivo che va al di là delle difficoltà logistiche ma nella sempre più crescente convinzione che le decisioni, per questa nostra città vadano prese a Taranto: è questo il primo passo per darle rispetto».
Da quanto ci risulta, oggi a Roma, dovrebbero giungere i rappresentanti di Peacelink, Legamjonici e Legambiente, che hanno accettato la convocazione del ministro. Orlando incontrerà anche i rappresentanti ionici di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e delle rispettive federazioni metalmeccaniche, di Confindustria Puglia e Taranto. Il confronto verterà anche sull’Autorizzazione Integrata Ambientale. Com’è noto, l’Ilva finora risulta in ritardo in merito al rispetto di diverse prescrizioni (https://www.inchiostroverde.it/news/aia-ilva-pubblicata-la-seconda-relazione-trimestrale.html).
Di “stasi” per l’Aia, almeno per quanto riguarda gli interventi rilevanti, ha parlato nei giorni scorsi anche il segretario della Fiom Cgil di Taranto, Donato Stefanelli, mentre il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, del Pd, ha sostenuto che “bisogna assicurare che le prescrizioni siano effettivamente messe in atto” e “non sono certo che questo stia accadendo”. Anche il Governo sta studiando la vicenda.
Il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, ha reso noto che l’Ilva ha posto sul tavolo la necessita’ di rimodulare, per quanto riguarda i tempi attuativi, alcune prescrizioni dell’Aia – e la copertura dei nastri trasportatori rientra fra queste». Lo stesso De Vincenti ha affermato che considerata la complessità degli interventi, anche tecnologici, chiesti all’Ilva, bisogna individuare dei “tempi giusti” perché gli interventi diano poi i risultati attesi. Il tutto come se l’attuale Aia non fosse già fin troppo elastica e “adattata” alle esigenze del Siderurgico.