Proprio Romandini era stato definito da Girolamo Archinà, ex addetto alle pubbliche relazioni dell’Ilva, una “peste” perché non si era piegato a richieste ritenute illegittime che sarebbero arrivate anche dal presidente della Provincia Florido e dall’ex assessore all’Ambiente Conserva. Una posizione intransigente che ha comportato il suo allontanamento dal settore “Ecologia” e il passaggio ad altro incarico.
«I fatti di oggi – ha continuato Romandini – accrescono la nostra voglia di giustizia e la certezza che i magistrati possono e devono, come stanno facendo, tutelare il popolo dalle illegalità. Ho sempre detto che noi (amministratori e dipendenti pubblici) siamo al servizio dei cittadini. Pertanto, abbiamo il dovere di pensare al loro benessere e di applicare la legge nell’interesse della città».
«Purtroppo – ha aggiunto Romandini – questo fenomeno, che sta emergendo in tutta la sua gravità, non ha comportato solo l’inquinamento della terra, dell’aria e del mare, ma anche l’inquinamento delle modalità di vita civile e di progresso della società. Un inquinamento che si è palesato con abusi e soprusi ai danni di Taranto». E in merito all’appellativo usato da Archinà nei suoi confronti – “una peste” – Romandini non ha usato mezzi termini: «Sono lieto di essere stato definito così da chi valuta le persone con criteri differenti dai miei»
Alessandra Congedo per InchiostroVerde
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