“Pochi giorni fa, per un caso fortuito, ho conosciuto un necroforo del cimitero di Taranto (addetto al seppellimento ed alla esumazione delle salme). Averlo incontrato e conosciuto, ha stuzzicato fortemente la mia curiosità, tanto da fargli molte domande incentrate anche sui particolari di quello “strano” lavoro e sulla questione relativa alla impossibilità di poter seppellire i defunti nel cimitero adiacente all’Ilva. Si ricordi che è solo di pochi giorni fa la notizia pubblicata da tutti giornali relativa all’alto tasso d’inquinamento dei terreni, tanto da costituire un pericolo per la salute per chi li scava e li smuove. Il necroforo che ho conosciuto, che mi ha dato l’impressione di essere un uomo distinto e posato, mi ha fatto alcune incredibili confidenze che mi hanno fortemente scosso, tanto da indurmi a fare alcuni approfondimenti e alcune ricerche che, tuttavia, andrebbero confermate ed ulteriormente avvalorate, soprattutto da parte delle autorità sanitarie ed in primis dal Sindaco di Taranto che mi sembra impossibile non sia a conoscenza di tutta questa storia.Veniamo ai fatti! Il necroforo mi ha riferito che le celle frigorifere dell’ospedale SS. Annunziata di Taranto sarebbero piene di arti e resti di persone viventi che hanno subito amputazioni ed interventi chirurgici di tale tipo). In altre parole, mentre le celle frigorifere del cimitero sono tutte occupate da salme che non possono essere seppellite per i motivi sopra detti ed ormai noti, le celle frigorifere dell’ospedale sarebbero anch’esse piene, ma di arti umani. Vediamo perchè. Secondo le affermazioni del necroforo. “Periodicamente – mi riferisce l’uomo – arrivano al cimitero di Taranto richieste di seppellimento di casse contenenti arti e resti umani dall’ospedale di Taranto. Fino a qualche tempo fa, continua a riferirmi l’uomo, quelle casse le inviavamo all’inceneritore dello stesso cimitero, ma da quando è stato posto sotto sequestro dai carabinieri, poichè non a norma di legge, le seppellivamo nei terreni insieme alle salme. Da alcuni mesi, però, per i fatti noti, riconducibili all’inquinamento dei terreni, non possiamo più seppellire nemmeno quelli e i resti rimangono nelle celle frigorifere dell’ospedale SS. Annunziata di Taranto”.