Sin dalle prime battute si è convenuto sull’opportunità di fare rete per amplificare la portata delle numerose battaglie civiche in corso in città e sulla necessità di adottare una strategia efficace per avanzare una proposta credibile di cambiamento. D’altra parte l’obiettivo è ambizioso ed è quello di fare massa critica attorno a un’idea di città chiara e comune a tutte le sigle intervenute e a molti movimenti tarantini. Cultura, turismo, sostenibilità. Tre parole, tre ambiti, tre enormi occasioni di crescita per una città che può e deve pensare a questo momento critico come a un’irripetibile opportunità.
Possibilità e capacità ce ne sono, ma ci si deve sentire tutti investiti di questa responsabilità, abbandonando lo sport cittadino della ‘presa di distanza’, che ha per misero trofeo il “te l’avevo detto io”. Le battaglie ambientali hanno mostrato quanto sia divenuto inderogabile chiudere la stagione delle deleghe nei confronti di una classe politica espressione del disinteresse diffuso e della tracotanza dei potentati economici del Paese. Normale dunque che accanto alla protesta monti anche il desiderio di riscrivere la città. Il gruppo di lavoro riunitosi venerdì continuerà ora a ragionare attorno alle idee già messe nero su bianco e in parte discusse durante l’incontro, arricchendole e sintetizzandole fino alla piena condivisione.
Poi la piattaforma verrà messa on line e aperta al contributo di tutti. L’obiettivo minimo sarà mostrare a chi non lo crede ancora, che un’altra Taranto è assolutamente possibile. Quello massimo di realizzare, già nell’ambito della Rete, qualcuno dei progetti previsti e, nondimeno, imporre quelle di indirizzo pubblico nelle agende della politica locale. Prima occasione per avanzare le istanze potrà essere la prossima istituzione della Consulta comunale per la Cultura e il Turismo, organismo da tempo sollecitato dagli aderenti a ViviTaranto.
Il laboratorio partito venerdì potrà essere un altro degli apprezzabili esercizi di buona volontà in corso in città, nel tentativo di trovare nuove finestre di futuro, o il principio di una piccola rivoluzione, dipenderà da quanto ci si vorrà credere e mettere dentro. Una cosa è certa: non ci saranno Messìa, né ricette pronte, né distinguo, né presunzione, motivi di sicuro fallimento. Per farsi davvero da sé Taranto ha bisogno di convergenze e che in tanti facciano il poco necessario, piuttosto che pochi il tutto.
Massimo Ruggieri (ViviTaranto)
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