Referendum Ilva, Taranto Futura rinnova il suo impegno per il futuro
TARANTO – Riceviamo e pubblichiamo una nota di Taranto Futura, il comitato che ha fortemente voluto il referendum sulla chiusura parziale o totale dello stabilimento Ilva.
Più che un ringraziamento è un attestato di stima a quei 33 mila 764 tarantini che hanno voluto condividere la nostra avventura, partecipando al voto. Molti hanno voluto esprimere il proprio apprezzamento per il nostro impegno, quando innanzi ai seggi ci è sembrato garbato ringraziare qualche elettore. Infatti, siamo stati ripagati da questi che hanno voluto precisare nel rivolgere la loro non richiesta gratitudine a noi. Ci corre altrettanto l’obbligo invece di porgere le nostre scuse a tutti gli altri elettori che non hanno voluto prendervi parte.
Credevamo “ingenuamente” che l’iniziativa fosse facilmente condivisa dagli abitanti di questa città per esprimere un parere mettendogli a disposizione un referendum, l’unico mezzo democratico per far sentire la voce del comune cittadino a chi chiuso nelle stanze del potere è sordo ad ogni richiamo. Per mandare un messaggio nel trasmettere alle istituzioni la volontà popolare nel richiedere a queste il cambiamento radicale della nostra situazione ambientale e quindi socio/economica. Abbiamo commesso uno sbaglio, non abbiamo tenuto in debito conto che ” non si può pretendere la profondità da una pozzanghera”, come dice un dotto aforisma . Proseguendo perché tutto questo ci serve per fare una analisi del voto e delle implicazioni che da questo per tutta una serie di considerazioni ne conseguono, dobbiamo fare delle puntualizzazioni.
La dimostrazione che l’aforisma usato ha ben ragione di essere richiamato, sono i risultati che sono stati raggiunti dai referendum precedenti che a suo tempo furono svolti, ad esempio quello per “l’acqua” elemento essenziale per la vita . Nell’intera provincia con una partecipazione generale fu raggiunto il quorum, tranne nel capoluogo. Che dire : tutto e di più. Poi entrando nel merito dei numeri, che sono poi quelli che “contano” vediamo che la percentuale raggiunta che si approssima al 20 per cento non è certamente da sminuirsi. Vogliamo far tener presente che la chiamata alle urne per le elezioni, sia politiche che amministrative hanno la partecipazione corale di partiti e la visibile comunicazione che non è stata concessa all’iniziativa “privata” di un comitato che contava solo sull’impegno personale di un numero relativo di volontari e dell’autofinanziamento di tutti i coraggiosi partecipanti.
Il dato politico e quindi rilevante, non certo clamoroso, dell’ultimo ballottaggio per l’elezione del sindaco vide prevalere Stefàno, con circa il 32 per cento degli aventi diritto a l voto. A urne chiuse ci siamo chiesti: a chi è giovato tutto questo se nessuno di noi aveva in pectore ambiziose velleità politiche, chiarendo ripetutamente la nostra posizione non politicizzata. È evidente che non siamo stati capaci di far comprendere le intenzioni che ci hanno spinto all’intrapresa di un compito gravoso e forse dapprima inimmaginabile.
Abbiamo avuto troppe interdizioni da più parti interessate perché le cose non cambiassero lo statu quo. Un ministero dell’ambiente, titolato a far rispettare le leggi del quale dovrebbe essere interprete, s’è impegnato a far applicare appositamente una legge ad aziendam, in ragione di strategiche necessità per lo stato, calpestando i diritti di 190 mila persone che convivono con un ambiente vulnerato da veleni. Non è un cahier de doleances quello che vogliamo scrivere, ma una dichiarazione di promesse a non demordere sull’impegno a proseguire la lotta in tutte le sedi nazionali ed extranazionali. Vogliamo con questo augurare un buon Futuro a Taranto
Per il Comitato Taranto Futura
Claudio Monteduro