Ma come dicevamo all’inizio, è dalla legge “Salva Ilva” e dall’Autorizzazione Integrata Ambientale che si deve ripartire per continuare a informare, denunciare e incalzare le istituzioni. E quel versante è tutt’altro che rassicurante. Oggi le agenzie di stampa rilanciano una notizia vecchia di qualche giorno: il garante Vitaliano Esposito ha mandato una segnalazione (26 marzo) al presidente del Consiglio, ai ministeri dell’Ambiente e della Salute e al prefetto di Taranto, che snocciola inadempienze, ritardi e omissioni da parte dell’azienda nel primo trimestre di osservazione da parte dei tecnici Ispra. La cosa era stata già denunciata da Legambiente lo scorso 30 marzo: https://www.inchiostroverde.it/news/ilva-legambiente-garante-certifica-violazioni-aia.html. Alla lettera del garante Aia, erano seguite due diffide (26 e 27 marzo) all’Ilva da parte del ministero dell’Ambiente: http://www.isprambiente.gov.it/it/garante_aia_ilva/aia-e-controlli/diffida-per-inosservanza-delle-prescrizioni-autorizzative-2013-nota-ispra-n.-12806-del-21-3-2013 .
Niente di nuovo, quindi, ma è giusto che se ne parli il più possibile in una fase in cui tutti mirano a rassicurare, a dire che il peggio è alle spalle. Sulla questione si è soffermato questa mattina anche Maurizio Carbone, segretario dell’Anm (Associazione Nazionale Magistrati) e sostituto procuratore a Taranto, ospite della trasmissione di Radio 3 “Tutta la città ne parla”. Il conduttore gli ha chiesto un commento sulle decisioni della Corte Costituzionale, e sull’articolo di fondo uscito oggi su “Il Sole 24 Ore”, giornale di Confindustria, nel quale Paolo Bricco afferma che “ieri è stata davvero una bella giornata per la questione industriale e ambientale italiana”.
Sul primo punto, ovviamente, Carbone non si è sbilanciato: “Ieri è stato diffuso solo un comunicato. Quando saranno depositate le motivazioni della Consulta, verificheremo quali quesiti sono stati respinti per inammissibilità e quali per infondatezza – ha dichiarato – va ricordato che da quando è stato emesso il provvedimento di sequestro, lo scorso 26 luglio, l’Ilva non ha mai smesso di produrre, prima per delle difficoltà oggettive ad eseguire il sequestro, poi per l’entrata in vigore della legge 231. L’unico effetto di novità è che il prodotto finito, posto sotto sequestro, dovrà essere restituito all’azienda. Ora, l’auspicio di tutti è che questa legge, ormai ritenuta costituzionale, venga effettivamente rispettata. Purtroppo, però, in base alle segnalazioni del Garante risultano già inadempienze rispetto alle prescrizioni contenute nell’Aia. Questa, oggi, è la notizia peggiore, al di là della decisione della Corte Costituzionale”.
Alessandra Congedo per InchiostroVerde
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