Ed arriva dopo il doppio no espresso dalla Provincia nel 2010 e dal comitato tecnico regionale nel 2011. In effetti la Regione, attraverso l’ARPA Puglia, è l’unica che può ancora creare qualche impedimento alla realizzazione del progetto: visto che spetta all’ente regionale concedere l’autorizzazione alla movimentazione dei fondali marini per la posa dei cavi elettrici di collegamento a terra. Al momento però, sulla realizzazione del progetto pesa quanto accaduto il 24 luglio 2012 quando il ministero dell’Ambiente pubblicò sul suo sito ufficiale il decreto con i pareri delle commissioni VIA e VAS, che davano il loro ok definitivo al progetto.
Ricordiamo che la realizzazione del parco dovrà avvenire nella rada esterna del porto di Taranto e sarà costituito da 10 aerogeneratori, ognuno di tre megawatt di potenza, capace di generare trenta megawatt di energia. Saranno disposti in due zone distinte: sei turbine esterne alla diga foranea e quattro esterne al molo polisettoriale (le zone prospicienti al Terminal Container e al V sporgente). Le torri, alte circa 110 metri, convoglieranno l’energia prodotta direttamente alla rete nazionale attraverso un cavo sottomarino lungo due chilometri. I 30 megawatt di energia saranno sufficienti a rendere il porto di Taranto autonomo e indipendente dal punto di vista del fabbisogno energetico.
L’opera, chiamata tecnicamente “near shore”, occuperà una porzione d’area che non ricade nel sito di interesse nazionale né interessa direttamente aree SIC (interesse comunitario) o ZPS (zone protezione speciale). Il parco nascerà in uno specchio d’acqua distante 100 metri dalla costa e 7 chilometri dalla città di Taranto. L’investimento complessivo dell’opera è stato stimato in 63 milioni di euro e sarà effettuato dall’azienda Beleolico (che al momento è titolare di un preventivo di connessione) che ha ricevuto dalla Societ Energy S.p.A. (altra azienda tarantina) il ramo d’azienda avente ad oggetto proprio la realizzazione del parco eolico.
Tra l’altra la stessa Beleolico si è impegnata nella conferenza dei servizi dello scorso 20 febbraio a predisporre il progetto definitivo per le opere di rete di connessione agli impianti della Terna, operatore di reti per la trasmissione dell’energia elettrica, che attraverso la controllata Terna Rete Italia, gestisce in sicurezza la Rete di Trasmissione Nazionale con oltre 63.500 km di linee in alta tensione. Verranno inoltre informate ed invitate a partecipare alla Conferenza dei Servizi in qualità di gestori pubblici servizi la R.E.L. S.p.A. ANAS S.p.a. per l’interferenza del cavidotto con le proprie reti di competenza.
Ciò detto, quello a cui abbiamo assistito nella seduta del Consiglio Comunale di venerdì, non ha precedenti. Non si ricorda infatti negli ultimi anni tanti interventi da parte dei consiglieri comunali di Taranto a favore dell’ambiente. Da “veri” amministratori della polis tarantina, storica colonia di Sparta, hanno dato fiato a tutto il loro “pathos” nei discorsi pronunciati in difesa del mare e del paesaggio tarantino. Una forza emotiva mai “ammirata” prima. Una recita davvero ben riuscita, non c’è che dire. Visto che tra i banchi del Consiglio figurano tanti che negli ultimi anni, sulle tematiche ambientali, hanno sempre guardato dall’altra parte. Hanno fatto finta di non sapere.
Hanno usato come arma di distrazione di massa la loro arroganza e supponenza nei confronti di chi protestava contro l’inquinamento prodotto dalla grande industria, Ilva in primis. Ed oggi si lanciano improvvisamente in difesa dell’ambiente contro un parco eolico. Del resto, quando sai che il tuo parere non è vincolante, dire di no è una delle cose più semplici del mondo. Il tutto è avvenuto all’interno di un Consiglio Comunale che definire pittoresco è un complimento. Ogni dieci minuti si rischia il mancato numero legale. Gente che guarda nel vuoto, che parla tra loro o a telefono, che consulta tablet o cellulari, che entra ed esce dall’aula consiliare come fosse un bar. Tant’è che al momento del voto, il presidente è costretto a suonare la campanella per richiamare gli assenti, per quasi un minuto di fila. Ma, del resto, di cosa ci lamentiamo? Se Taranto ha questo Consiglio Comunale, è per “merito” dei tarantini.
Non tanto per averli votati (era quasi inevitabile), quanto per consentire loro di continuare ad amministrare la cosa pubblica con questo pressapochismo davvero disarmante. I tarantini dovrebbero partecipare in massa per rendersi conto “de visu” di chi li amministra. Dovrebbero partecipare in maniera attiva alla vita pubblica ed amministrativa, invece di continuare a cullarsi nella loro secolare indolenza o continuando a protestare senza però proporre mai nulla di veramente concreto. Un esempio su tutti: il progetto del parco eolico, è un argomento che investe in pieno l’inquinamento ambientale. Bene: tranne un esponente del Movimento 5 stelle ed alcuni ragazzi di Ammazza che Piazza, non vi era nessuno del mondo ambientalista e del mondo dell’associazionismo tanto “sensibile” ai temi ambientali. In questa città ognuno va per la sua strada. Ognuno rincorre i suoi 15 minuti di gloria. Perché alla fine l’importante è che “tutto cambi affinché nulla cambi”.
Gianmario Leone (TarantoOggi, 06.04.2013)
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