Certo, appare quanto meno singolare che alla riunione di ieri non sia stata consentita la partecipazione dei diretti interessati: i mitilicoltori. Che soltanto giovedì scorso erano stati ricevuti negli uffici regionali proprio dall’assessore Nardoni, al quale avevano strappato la promessa di provare a prorogare di un mese lo spostamento degli impianti del I seno del Mar Piccolo e del novellame, ordinato dalla ASL di Taranto a seguito delle indicazione giunte dall’ultima riunione del tavolo tecnico regionale dello scorso 7 marzo ed inviato ai mitilicoltori soltanto lo scorso 23 marzo, entro e non oltre domenica 31 marzo.
Con quell’ordinanza si informavano i mitilicoltori della revoca in autotutela della DIA (Denuncia Inizio Attività) sanitaria rilasciata dallo stesso ufficio della ASL per le attività di molluschicoltura nella Concessione Demaniale rilasciata dal Comune di Taranto nelle aree di Mar Grande. Avvisando che la nuova DIA sarà rilasciata esclusivamente a seguito della classificazione dell’area in questione. Inoltre, si comunicava appunto che il 31 marzo sarebbe scaduto il termine ultimo per lo spostamento del novellame e che dal 1 aprile sarebbe stata revocata la DIA sanitaria riferita alla Concessione Demaniale rinnovata dal Comune di Taranto nel I seno del Mar Piccolo.
Ciò detto, appare quanto meno singolare la scelta dei tempi e delle decisioni che giungono dal tavolo tecnico regionale. Che stridono con i le lungaggini della burocrazia. E che contraddicono in un punto fondamentale quanto invece concordato in precedenza: ovvero lo spostamento del novellame, che era stato deciso di continuare a far crescere in Mar Piccolo e spostare nelle aree di Mar Grande soltanto una volta che il seme fosse cresciuto ad un livello tale da poter assorbire l’inquinamento presente nell’acqua del mare.
Appare infatti fin troppo chiaro che ordinare anche lo spostamento del novellame, altro non significa che liberare del tutto lo specchio d’acqua del I seno del Mar Piccolo. Perché poi, se i tempi saranno rispettati, dal gennaio del prossimo anno dovrebbe partire la bonifica dello stesso. Che ovviamente non può avvenire se sono ancora presenti gli impianti e gli allevamenti dei mitilicoltori. Perché allora non si è detto tutto questo ai diretti interessati sin dalla scorsa estate?
Perché non si è fatto in modo di velocizzare e snellire le varie procedure burocratiche per il rilascio delle concessioni per occupare le aree di Mar Grande “concesse” così gentilmente dalla Marina Militare (al momento gli impianti in possesso della documentazione necessaria sono appena quattro)? Perché ancora oggi non sono stati erogati i fondi dei vari bandi a cui i mitilicoltori hanno partecipato per ottenere un minimo di ristoro e risarcimento per il danno subito che si aggira su svariati milioni di euro? E potremmo continuare all’infinito. Domani, dunque, sapremo senz’altro qualcosa in più. Ma difficilmente saranno notizie positive.
Gianmario Leone (TarantoOggi, 03.04.2013)
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